Sulla questione Castello, nonostante la bocciatura della mozione di apertura ai villafranchesi, in consiglio è emersa una netta volontà da parte di molti consiglieri di maggioranza e opposizione di renderlo fruibile, diversamente da adesso, e di valorizzarlo come contenitore. Ecco gli interventi di Marco Dall’Oca (Villafranca sei tu), Cristina Froio (Giovani per Villafranca), Luca Zamperini (Lista Tosi) e Gianni Martari (Centrosinistra).
«Mi ricordo dentro il campo di calcio, da tennis, le giostre, un parcheggio. Lo abbiamo sempre considerato un’area libera. Siamo favorevoli all’apertura del Castello è a una sua fruibilità. Accesso all’area verde o accesso al Castello come percorso culturale (chiesetta, torre ecc): sono due questioni che vanno parallelamente e separatamente. E’ importante che possa esserci un accesso libero all’area verde interna. C’è un bel programma culturale al giardino Magenta che era un’area incolta ed è stata resa produttiva. Vogliono dare libero accesso per tre gironi alla settimana in forma sperimentale. Meglio scrivere alcune regole comportamentali perché affidarsi al buon senso della gente non basta. Noi ci stiamo battendo perché il Castello possa essere aperto e frequentato. Ci sono regole, servono permessi della Soprintendenza. Li chiederemo. Chiesetta, sala Onav e prato: può essere poco per pagare un biglietto. Meglio farlo cumulativo con altri beni. Come cittadini potremmo portare visitatori e quindi non ci sarebbe un danno ma anzi un guadagno. Piacerebbe fosse aperto per poter godere del bellissimo spazio che c’è all’interno. Lo vedrei con apertura e chiusura come i cimiteri. Se devo garantire la custodia ci sono i costi».
Cristina Froio (Giovani per Villafranca): «Per principio vorrei aperto tutto, anche il Colosseo. Non ho fiducia nei cittadini, visto com’è ridotto l’Auditorium. Per quanti riguarda il biglietto pagherei anche di più se valesse la pena. Andando a vedere la torre ho visto che il posto ha un enorme potenziale. Potrebbe garantire delle entrate e non solo spese. Così nessuno è disposto spendere soldi per vedere le mura e il prato».
Luca Zamperini (Lista Tosi): «Ricordo che nel maggio del 2008, il primo sopralluogo fatto come assessore fu al Bottagisio. La scelta fu prima di intervenire sul patrimonio, poi la valorizzazione culturale. Oggi la sfida è far diventare il Castello cuore pulsante della cultura e del comprensorio. Costi 36 mila euro, incassi circa mille euro. Dei villafranchese credo siano pochi euro. Quindi non parliamo di entrare che verranno meno. Se l’offerta è all’altezza è giusto che tutti paghino. Oggi non è così. Alla festa della birra in hanno chiesto 3 euro alle 5 e alle 7 si entrava gratis sempre per vedere un prato. Prima c’erano le visite guidate. Ora non dai nulla. Se un domani cambieranno le cose, con un inserimento culturale più ampio, allora il biglietto sarà giustificato. Si deve fare sinergia con i territori locali. Vedi ossario di Custoza».
Gianni Martari (Centrosinistra): «Da anni portiamo avanti il tema della programmazione culturale del Castello senza esito. Qui più che altro si tratta di fruizione di spazi pubblici. All’operatore all’ingresso le domande erano sempre quelle: cosa c’è da vedere, c’è la guida? E la gente andava via. La situazione è ferma da anni oramai. Quindi rendiamo fruibile ai cittadini lo spazio pubblico. La mozione va in questo senso. Se ci spostiamo sulla proposta culturale allora la cosa scricchiola. La gestione doveva presentare contenuti, una proposta vera. Non vediamo programmazione. Ora speriamo nel bando per operatori che costruisca una proposta culturale. L’arsenale non si paga. Villafranca nasconde risorse latenti. Il volontariato potrebbe dare una mano visto che le risorse sono poche. Bisogna appassionare i villafranchese allo sviluppo dei beni culturali. Vedi l’associazione Crea a Sommacampagna che si affianca ai gestori dell’ossario. Alto esempio il Fai a cui Villafranca non ha mai aderito. Tre giorni al Magenta sono garantiti dall’attivazione di quattro volontari
Marco dall’Oca ha anche proposto di ritirare la mozione è discutere insieme con la Soprintendenza, fare un tavolo di lavoro coi capigruppo e assessore alla cultura per avere il più possibile accesso libero. Ma Martari non ha accettato: «Abbiamo proposto tavoli di lavoro anche su temi più delicati come l’occupazione. L’amministrazione ha detto sì ma poi se n’è altamente sbattuta».