“Best Practice” nel settore idrico. Finanza, controllo e gestione”. Questo il titolo del convegno nazionale, tenutosi questa mattina (venerdì 2 dicembre) all’Università di Verona. Un focus sulla qualità dei servizi delle public utilities veronesi e nazionali, organizzato dall’Ateneo scaligero, da Water Management & Technology Research Center e da Acque Veronesi. Efficienza, managerialità e finanza delle società partecipate sono stati solamente alcuni dei numerosi temi trattati durante la tavola rotonda, aperta con i saluti e l’intervento di Niko Cordioli, presidente della società che gestisce il servizio idrico integrato in 77 comuni della provincia scaligera.
«Siamo lieti di aver contribuito all’organizzazione di questo importante evento – ha commentato Cordioli –. La regolazione del sistema idrico, affidata all’Autorità per l’Energia, ha introdotto un virtuoso incremento dell’efficienza, dell’economicità e della trasparenza del settore, garantendo nuovi diritti agli utenti, migliori standard di qualità e maggiore rispetto dell’ambiente. Ci sono ancora aspetti da migliorare, ma i risultati degli ultimi anni sono positivi ed incoraggianti, a dimostrazione che la nostra azienda sta seguendo un percorso di crescita, efficienza e ottimizzazione delle risorse, basato da un lato, su un costante rapporto operatore-gestore, dall’altro sul continuo e proficuo dialogo tra Acque Veronesi e gli amministratori del territorio veronese».
Acque Veronesi è una società consortile a capitale interamente pubblico, cui ha aderito la quasi totalità dei Comuni dell’Area gestionale Veronese dell’Ambito Territoriale Ottimale “Veronese”. Il territorio di competenza complessivo è di 2.394 km quadrati, con 762.447 abitanti, 4.500 chilometri di acquedotto, 2.500 di fognatura e 1.500 impianti, tra pozzi, serbatoi, impianti di sollevamento e depuratori.
Numerosi e di alto profilo i relatori intervenuti al seminario. Tra loro, Stefano Pozzoli, professore ordinario dell’Univesità Napoli Partenope, che ha illustrato i processi di razionalizzazione e sviluppo delle società partecipate che erogano il servizio idrico. Cristina Dell’Aquila, del Team Ricerca e Studi della Cassa Depositi e Prestiti, ha invece affrontato il tema del ruolo degli investitori istituzionali. Francesco Fatone, professore associato dell’Università di Ancona, ha focalizzato l’attenzione sull’economia circolare nei servizi idrici, mentre le performance dei gestori idrici nazionali sono stati al centro dell’analisi di Giordano Colarullo, Direttore generale di Utilitalia. Il professore di Economia Aziendale dell’Università di Verona, Andrea Guerrini, durante il suo intervento ha sottolineato “come la qualità del servizio e della risorsa distribuita da Acque Veronesi sia in linea con gli standard di altri paesi europei e conforme ai requisiti richiesti dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio Idrico”. I lavori sono terminati con le valutazioni di Chiara Leardini, docente di Economia aziendale dell’ateneo veronese.
In sintesi, i risultati della ricerca hanno evidenziato come il 73% dei cittadini si fidi del proprio gestore idrico, bevendo l’acqua del rubinetto, a cui è stato assegnato un buon punteggio in termini di qualità dai circa 600 soggetti intervistati. Buona anche la qualità del servizio, anche se dall’analisi dei risultati raccolti nelle aree servite emergono risultati diversi e non sempre omogenei. Infine, il campione ha dichiarato di poter accettare incrementi tariffari pari a circa il 5% annuo, per sostenere investimenti inerenti la qualità delle risorse idriche distribuite della rete acquedottistica e degli impianti di depurazione.
Il centro Wamaterc, nato nel dicembre 2015 all’interno del dipartimento di Economia aziendale dell’università di Verona, è presieduto da Bettina Campedelli, docente di Economia aziendale di ateneo.