Sono state depositate questa mattina, mercoledì 21 giugno, le oltre 500 firme raccolte dai consiglieri di Centrosinistra a sostegno della richiesta rivolta al sindaco Faccioli ed all’amministrazione comunale di Villafranca di aprire subito i giardini del Castello, ancora chiusi con lavori di manutenzione che si protraggono dal 18 aprile, non essendo lavori continuativi ma saltuari.
Iniziativa segna un ulteriore passeggio delle richieste dei consiglieri di opposizione nei confronti del sindaco e della sua maggioranza, che si aggiunge alla mozione già depositata in comune e non ancora discussa e alla manifestazione di protesta di inizio giugno di fronte ai giardini del Castello.
«La richiesta che rivolgiamo è semplice, fin quasi banale – scrivono i consiglieri Paolo Matari, Davide Zago, Gianni Martari, Isabella Roveroni e Matteo Melotti -. Trattandosi di uno spazio pubblico, va reso fruibile. Se ci sarà l’erbetta verde, meglio; altrimenti i bambini, come accaduto da tempo immemore, comunque frequenteranno i giardini. Perché è il loro spazio, il luogo della loro evasione, della loro socializzazione e crescita. Non capire questo vuol dire non comprendere l’importanza educativa che ha l’azione amministrativa. Vuol dire davvero che si crede più importante avere un bel parco chiuso che tanti bambini contenti. Noi, come noto, la pensiamo diversamente. Lo abbiamo rappresentato sia nelle sedi istituzionali che in quelle informali. Ora la palla passa alla maggioranza. Non più solo al sindaco: troppo comodo! Il sindaco non vuole la riapertura, alcuni consiglieri sì. Vedremo chi prevarrà. Sarà comunque una decisione tardiva, che ha già procurato fastidi e danni a molti cittadini, che non hanno potuto, da aprile ad oggi, accedere ai giardini. E questo solo per la cocciutaggine del primo cittadino».
D’altra parte il primo cittadino continua a ripetere che la chiusura è dovuta ai danni fatti dai bambini di giorno con le biciclette e che la Soprintendenza non vuole che sia un parco giochi e ci vuole decoro perché vicini al Castello.