A dieci giorni da 22 ottobre, il gruppi consiliari del Centrodestra di Villafranca scendono in campo compatti a sostegno del Referendum sull’autonomia.
«Si sta allargando il contesto che non è solo quello della Lega, con condivisione quasi unanime in Regione – sottolinea il sindaco Mario Faccioli -. Al Veneto sono state tolte così tante risorse per cui si chiede maggior responsabilità su deleghe in base a quanto scritto nella Costituzione. Non si vuole uccidere altri ma avere più autonomia e le risorse per affrontare le problematiche che riguardano la nostra quotidianità. Se sarà promosso ampiamente darà più forza al Veneto per andare a trattare con lo Stato centrale».
Luca Zamperini (Area Casali) sottolinea come si tratti di una consultazione ufficiale che non ha niente a che vedere con la Catalogna: «Rappresentiamo il Centrodestra ma vorrei che anche altri elettori andassero a votare perché ci sarà un benefico per tutti. Serve una partecipazione massiccia. Serve una scelta di popolo».
Franco Pennacchia (Gruppo misto) si rammarica che stia assumendo connotati di una contrapposizione politica: «La gente deve sapere i vantaggi che porterebbe. Abbiamo assistito in questi anni a decurtazioni sempre maggiori dallo Stato sulle Regioni che poi ricadono a cascata fino ai Comuni. Si potrebbero fare più opere pubbliche e migliorare la situazione dei cittadini. Con più risorse non saremmo qui, per esempio, a recriminare sulla mancata realizzazione della Grezzanella».
Il presidente del consiglio Cristiano Tabarelli la considera un’occasione che non capiterà altre volte per andare ad esprimersi per un’autonomia che il Veneto chiede da anni: «Finalmente è arrivato il momento di discuterne con il Governo per avere risultati concreti. E’ una votazione. In piena regola. L’unica cosa è che non verrà usata la tessera elettorale. Per il resto ha tutti crismi della costituzionalità».
Giandomenico Franchini (a nome della Civica) ribadisce che l’autonomia dovrebbe interessare tutti i cittadini, indipendentemente dai colori politici: «Con più autonomia hai più risorse e più possibilità».
Martina Pasetto (Forza Villafranca) specifica che si parla di autonomia e non di indipendenza: «La nostra Regione è molto fiorente e merita di gestire le risorse nel modo migliore possibile senza essere troppo vincolata allo stato centrale col risultato di non poter così rispondere ai bisogni dei cittadini».
Concetto ribadito anche dall’assessore Riccardo Tacconi: «Non bisogna confondere indipendenza con autonomia. E’ giusto che il Veneto certe risorse possa gestirle in casa visto quanto prevede la Costituzione. Orario è 7-23. La tessera elettorale serve solo per sapere il seggio dove votare come una normale elezione. Serve solo la carta d’identità».
Adriano Cordioli (Pdl) sottolinea la valenza politica di un centrodestra unito per fare in modo che i cittadini possano esprimersi: «Zaia aveva chiesto di accorpare il referendum a una consultazione elettorale nazionale. Ma per Roma non è della stessa parte politica e quindi la Regione ha dovuto stanziare i famosi 14 milioni di euro per le votazioni. Quando si chiede a cittadino di esprimersi non sono mai soldi spesi male. Nel Veneto ci sono grandi capacità di spesa consapevole senza sprechi e quindi è giusto che il Veneto chieda allo Stato centrale di avere maggiori competenze e le risorse necessarie».
L’assessore Nicola Terilli (Villafranca sei tu) ricorda che di autonomia o di un’Italia federale se ne parla da decenni. : «Il referendum è appoggiato anche da governatori del Centrosinistra. Serve per avere più risorse per migliorare i servizi al cittadino, i trasporti, l’assistenza sociale. La scelta di non andare a trattativa diretta con lo Stato è stata fatta perché votare significa dare più forza politica per poi trattare con lo Stato centrale e non significa minare la solidarietà nei confronti delle regioni meno virtuose. E’ positivo anche per loro perché passerebbe il principio che dove c’è competenza e trasparenza c’è un vantaggio per tutti. Chi ha amministrato male avrà di fronte strade d’esempio per rimettersi in carreggiata».