La Cooperativa SOS Casa ha denunciato la mancanza di una strategia di risposta al disagio abitativo. Stamattina la conferenza stampa alle Case Ater di via Sommacampagna a Villafranca.
«L’Ater dispone di migliaia di alloggi nella provincia, tuttavia diverse centinaia sono inutilizzati per mancanza di manutenzione a causa della carenza di fondi pubblici – evidenzia il presidente Renato Ferraro – . L’unica strada sembra quella di vendere parte del patrimonio per ottenere la liquidità che Regione e Stato non garantiscono più. Abbiamo quindi chiesto ad Ater alcuni alloggi inutilizzati, perché la Cooperativa li ristrutturi e li gestisca assegnandoli a giovani, famiglie, altri casi con limitate possibilità di reddito. L’intesa è che alla fine del comodato gli alloggi ritornino nella disponibilità pubblica. Tutto ciò sta dando i suoi risultati con l’avvio a Villafranca della ristrutturazione di 5 case popolari dismesse, dopo un lunghissimo iter per arrivare alla concessione da parte dell’Ater. Per affrontare il grave disagio si propone, a livello generale, che siano liberati fondi oggi bloccati dal Patto di Stabilità, da investire nell’edilizia sociale, il che avrebbe positive ricadute anche sul comparto delle costruzioni e relativa occupazione».
La Cooperativa SOS Casa è stata costituita nel 1990 per iniziativa di Renzo Fior, responsabile della Comunità Emmaus di Villafranca, e di alcuni amici della Comunità, con la missione di aiutare le persone in difficoltà a reperire una dignitosa sistemazione abitativa.
Attualmente gestisce una trentina di alloggi in regime di “housing sociale” (oltre all’abitazione viene garantito l’accompagnamento sociale delle famiglie ospiti), con un canone medio mensile di 250 €.
«In 28 anni di presenza sul territorio – ha detto Renzo Fior – il disagio abitativo e l’emergenza sfratti sono cresciuti e di conseguenza anche le nostre richieste nei confronti degli Enti Pubblici. È quindi doveroso sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema e denunciare la progressiva latitanza degli enti pubblici preposti (nazionali e regionali) che non stanziano fondi adeguati da destinare in particolare alle Ater provinciali gestori delle case popolari. I numeri dicono da molti anni che in Veneto solo il 5% delle famiglie ammesse alle graduatorie delle case popolari ha avuto risposta positiva. Anche i fondi a sostegno del pagamento affitti per le famiglie meno abbienti o in difficoltà si vanno esaurendo».