I produttori di kiwi, una delle culture storiche dell’area villafranchese, riprendono fiato dopo le batoste legate prima alla moria e poi alla presenza della cimice asiatica. Dopo i 5 milioni regionali già versati a dicembre, sono iniziati in questi giorni i pagamenti dei rimborsi statali secondo le tabelle predisposte dalla Regione del Veneto per i frutticoltori che hanno subito ingenti danni a causa dell’infestazione parassitaria da cimice asiatica, verificatasi nel 2019.
Come richiesto dall’assessore all’agricoltura Federico Caner, l’Agenzia veneta per i pagamenti (Avepa) ha dato priorità ai rimborsi e così, a pochi giorni dal via libera della Giunta regionale, le somme spettanti sono in fase di accreditamento nei conti correnti delle imprese agricole.
«In breve tempo – spiega Caner – gli uffici dell’Avepa hanno già evaso oltre un centinaio di richieste. Al termine del periodo di erogazione saranno oltre 900 i frutticoltori che usufruiranno del sostegno economico, mentre il totale delle risorse stanziate è di quasi 26 milioni complessivi. Il numero maggiore di richieste proviene da Verona e Rovigo, le due aree del Veneto nelle quali sono maggiormente concentrate le colture frutticole».
L’erogazione dei rimborsi segue un’attenta analisi da parte dell’Agenzia della correttezza dei requisiti, comprese le verifiche antimafia.
«I tempi si sono un po’ allungati perché a campione sono stati fatti i controlli da Agea – conferma Adriano Cordioli, delegato comunale all’agricoltura e produttore di kiwi -. Hanno verificato le piantagioni e che ci fossero le condizioni per un rimborso. Purtroppo in molte aziende sono scomparse le produzioni di kiwi che sono state estirpate, nella maggior parte sostituite da seminativo. Sono rimaste quelle più strutturate. Ora c’è un piccolo ritorno alle piantumazioni visto che l’innesto sembra funzionare ed avere maggior resistenza alla moria e la presenza della vespa samurai dovrebbe avere gli effetti sperati contro l’espandersi della cimice asiatica».