Roberta Tedeschi scende in campo per diventare sindaco del suo paese, Povegliano. Nata a Verona, cresciuta e residente a Povegliano, ha 45 anni ed è sposata e mamma di 2 bambini. Di professione fa l’avvocato civilista ed è da anni nel direttivo del Movimento Consumatori di cui è consulente. Oggi la presentazione ufficiale in vista delle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre.
«Ho fatto una valutazione attenta, poi ho deciso di mettere a disposizione del mio paese quanto ho imparato nella mia professione. Dopo la candidatura ho ricevuto un’ondata di affetto e di consenso che non pensavo di queste dimensioni. Sono stata fermata per strada, addirittura ho trovato dei biglietti di incoraggiamento nella posta. Questo, insieme al fatto che il gruppo che sta lavorando intensamente al progetto è di circa 60 persone, mi dà una grande carica e fiducia».
Roberta Tedeschi si presenta con un lista civica senza simboli di partito. «Una civica nel vero senso della parola, che parte dal basso. Ci sono cittadini di Povegliano con varie provenienze politiche. Ho cercato nel gruppo principalmente dei valori. Il logo è innovativo. Parlano i colori e le forme. Ci sono i colori di Povegliano, giallo come rinnovamento e verde come riferimento alla sostenibilità non solo ambientale (che pure è fondamentale nel nostro territorio) ma applicata a tuti i settori dell’amministrazione. Lo slogan è ”Sei tu il mio paese”, che significa senso di appartenenza e amore e passione per il paese».
A giorni verranno definite lista, con una grande rappresentanza femminile, e programma. E’ serena, tranquilla, ma sicuramente efficace nei concetti. «L’obiettivo è rappresentare tutti i cittadini. Purtroppo molti mi dicono che siamo in un paese abbandonato. Serve una cura, una terapia d’urto. Il nostro gruppo ha sposato il progetto di ricostruire il paese. I punti sono tantissimi ma centrale è la tutela del territorio, abbandonato dal punto si vista ambientale e urbanistico. Il degrado è molto sentito dalla gente. Un’amministrazione deve lavorare per il paese e non tenere i soldi in cassa. Serve più cura dei servizi alla persona e alle attività produttive. Un’amministrazione che sia vicina ai cittadini che invece considerano assente. Poi, mai più la Biblioteca chiusa. Altro che salto culturale del paese! E’ il primo segno di degrado. Era una delle più invidiate a livello provinciale per le tante attività portate avanti, come il gruppo di lettura».
In caso di elezione il primo atto sarà emblematico: «Andrò a Roma per recuperare il contributo di 1,7 milioni di euro per Villa Balladoro che ancora non è stato assegnato dopo tanti anni e non si sa più che fine abbia fatto».