(di Stefano Cucco) A San Pietro di Morubio nel Basso Veronese è nata una diatriba tra maggioranza e minoranza. Oggetto del contendere è l’uscita immediata o meno dall’Unione Destra Adige. Questa Unione si era costituita nel luglio del 2000, presieduta da Gastone Vinerbini, allora primo cittadino di San Pietro di Morubio, tra i quattro Comuni e comprendeva inizialmente oltre 10mila abitanti della sponda destra dell’Adige con lo scopo di condividere, abbassandone i costi e migliorando i vari servizi municipali. Nel gennaio del 2017, però, il Comune di Angiari con il primo cittadino Vincenzo Bonomo è uscito dall’Unione, seguito nel gennaio del 2020 anche da Roverchiara, Comune guidato da Loreta Isolani, rimanendo soltanto in due, ovvero San Pietro di Morubio ed Isola Rizza.

“Siamo favorevoli a un superamento dell’Unione Destra Adige ma non nell’immediato”, ha detto nell’ultimo Consiglio comunale il sindaco di San Pietro di Morubio, Corrado Vincenzi precisando poi: “Ma questo non è il momento giusto, l’uscita di un Comune comporta parecchio dispendio di energie e risorse da parte degli uffici, ci sono delle spese da sostenere. Aspettiamo”.

Ma la minoranza in Consiglio non ci sta. Infatti, non è assolutamente d’accordo Matteo Guerra, capogruppo della minoranza con la lista civica “Insieme”. “L’Unione Destra Adige è un fallimento. Scoprite le carte e dite chiaramente cosa volete fare, ma subito. Durante il mio assessorato nella giunta Vincenzi, dal 2016 al 2020, per cinque anni abbiamo sprecato tempo, energie e risorse assieme agli uffici preposti, solo per gestire le uscite di Angiari e Roverchiara. Bene, non vogliamo più ripetere questa esperienza. Sciogliete quanto prima il sodalizio, lasciate perdere Isola Rizza e se mai sarà il caso, in futuro, bisognerà guardare a Comuni più strutturati come Cerea o Bovolone”.