Caldo a parte, non c’è dubbio che i cambiamenti a livello tecnico, dal direttore sportivo all’allenatore, le partenze, reali e ventilate, nonché i rumors della cessione della società non possono non avere delle ripercussioni sul rendimento dell’Hellas. Si tratta della prima partita, e per di più di Coppa Italia, che notoriamente non vale quanto una partita di campionato, ma abituati com’eravamo ad un Verona da urlo, da 9° posto, da 5° attacco del massimo campionato, con un gioco da far invidia ai più accreditati maghi del calcio, un avvio così non è il modo migliore per iniziare una nuova stagione. Perdere per 1-4 col Bari in casa è un pessimo presagio.

Era partita bene la squadra di Cioffi con le due punte Lasagna ed Henry, proveniente da Venezia con 9 gol il 33 partite, con al centrocampo Tameze ed Ilic (entrambi in predicato di passare a squadre più blasonate) e il rientro di Davidowicz. E al quarto d’ora Lasagna porta in vantaggio il Verona con un tiro un po’ masticato ma efficace. La prima impressione è che non dovrebbero esserci problemi non solo a vincere ma anche a dominare il Bari, nepromosso in B. E invece due svarioni della difesa, grave quello di Gunther, portano gli ospiti ad andare al riposo in vantaggio per 2-1.

La difesa veronese è un colabrodo. Dopo 3 minuti Gunther, solo davanti al nostro portiere s’imbroglia da solo sulla palla che arriva ad una avversario che per fortuna non segna. Ma il terzo gol del Bari arriva subito dopo su rigore per un fallo di Hongla che s’era fatto sfuggire un attaccante. Poi Henry prende un palo. Ma non serve. Addirittura al 69’ Faraoni si fa espellere. Difficile recuperare con un uomo in meno. E a 10’ dalla fine il 4-1. Difesa disastrosa. Gunther irriconoscibile. La stagione non poteva iniziare peggio.