Gianluigi mazzi, sindaco di Sona, è alle prese con dei cittadini che minacciano lo sciopero della TARI, ovvero la tassa sui rifiuti, che è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento. Si badi bene che non è dovuta in quanto uno ‘produca’ dei rifiuti, ma semplicemente perché si possiedono o si detengano a qualsiasi titolo dei locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti.

La legge è stata pensata e scritta così propio per obbligare i cittadini a pagare la TARI, a prescindere dalla fruizione del servizio di raccolta e smaltimento.

Alcuni cittadini del suo comune minacciano di non pagarla per il fatto che è successo che  il sacchetto dei rifiuti lasciato davanti a casa non è stato raccolto. Può succedere, dice Mazzi. “Per una dimenticanza o, a volte, per problemi di accesso, o di relazione con il personale, all’isola ecologica. È giusto pretendere un servizio adeguato visto i costi sostenuti: pago e quindi posso lamentarmi. Ma il tributo va comunque pagato!”

“Da Sindaco attento alla comunità, – continua Mazzi- prendo la segnalazione, chiamo a rapporto gli uffici e i fornitori esterni e chiedo miglior qualità e attenzione nella gestione”. Poi però, ad una verifica al terminale elettronico circa la residenza dell’utente che ha portato l’istanza scopri “che non ha mai pagato o da tanti anni non paga; incredulo verifichi allora se ha chiesto aiuti sociali, ma non risulta in difficoltà economica”.  E allora Il sindaco chiede: “ma perché caro concittadino social ti lamenti di una cosa che gli altri stanno pagando per te? Loro pagano e stanno zitti, tu parli (o meglio scrivi) e non paghi… Che sia anche qui colpa del Sindaco?”