Parte dalla Valpolicella un progetto internazionale fortemente innovativo, destinato a costruire esperienze formative per dei giovani sportivi provenienti da Mendoza, il maggiore distretto vinicolo argentino situato nella parte Ovest del Paese, nonché a rafforzare e a sviluppare un legame storico fatto di persone e fondato sull’accoglienza, sullo scambio culturale, sulla solidarietà e sulla reciprocità. Molti, infatti, sono stati gli Italiani, veneti in particolare, che dalla fine dell’Ottocento sono approdati in Argentina e hanno raggiunto Mendoza in cerca di lavoro, portando con sé qualcosa di unico per la nascente industria vitivinicola argentina: la millenaria expertise nella coltivazione delle viti e nella produzione del vino.

Il progetto si intitola “Scuola, Lavoro e Rugby”, ed è nato dall’idea di tre amici, mossi dalla condivisione degli stessi valori – impegno, coraggio e passione –, alla base dello sport che li unisce da sempre, il rugby. Si tratta di Daniele Accordinidg ed enologo di Cantina Valpolicella NegrarLuciano Gobbi, segretario generale del comune di Verona nonché presidente Valpolicella Rugby Junior Asd, squadra semiprofessionistica militante nel campionato italiano di Serie A e Sergio Ruzzenentepresidente Valpolicella Rugby 1974 Asd (seniores e under 18). Una rete di istituzioni e di imprese italiane operanti nel settore vino, presenti con uffici e stabilimenti nel territorio di Mendoza, si è poi unita a sostegno del progetto, che sarà presentato ufficialmente lunedì 19 dicembre, a partire alle ore 19, nella sala conferenze di Cantina Valpolicella Negrar.

A parlarne, oltre ai già menzionati Accordini e Ruzzenente, ci saranno il professor Rodrigo López Plantey, in collegamento on line, dell’Università Nazionale di Cuyo- Facoltà di Scienze Agrarie (Mendoza), ed il professor Maurizio Ugliano, docente di Enologia dell’Università di Verona.

Ospite d’onore dell’evento, Riccardo Cotarella, presidente dell’Associazione Enologi Italiani, che parteciperà per la stima nei confronti del lavoro di Cantina Valpolicella Negrar e, in qualità di massimo rappresentante dell’enologia italiana, per suggellare il valore di un progetto innovativo che definisce il vino come “ponte culturale”, capace di unire e creare nuove possibilità e prospettive nel presente, per il futuro.