(di Carlo Rossi) “L’ora più buia” (in inglese: the darkest hour) è l’espressione attribuita al premier britannico Winston Churchill per descrivere il periodo della seconda guerra mondiale che va dalla caduta della Francia all’Operazione Barbarossa. Periodo nel quale il Regno Unito e il Commonwealth si ritrovarono a fronteggiare l’Asse senza l’ausilio diretto di altre grandi potenze. Nell’ora più buia per la Juventus, nonostante l’atavica ruggine fra la tifoseria gialloblù e le zebre, val la pena riscoprire i forti legami famigliari tra la famiglia Agnelli e Verona. Non lo sapevate vero? Il 2 gennaio 1892 nasceva a Verona Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni (che a Verona era ufficiale di Cavalleria e prestava servizio nella grande caserma al Campone dove oggi c’è il Tribunale)  e fautore del più longevo sodalizio imprenditoriale-sportivo d’Italia.

La dinastia degli Agnelli e la storia dell’Italia sono legate a doppio filo a partire dall’inizio del XX Secolo. Giovanni Agnelli, fondatore insieme ad alcuni soci del marchio automobilistico Fiat, è diventato uno degli uomini più influenti della prima metà del ‘900. Tuttavia, è grazie al figlio Edoardo che la dimensione imprenditoriale della famiglia e il mondo sportivo si fondono. Sarà l’inizio di un legame destinato a passare alla storia. Il primo sodalizio imprenditoriale-sportivo in Italia porterà gli Agnelli ad acquistare il 24 luglio 1923 la seconda società calcistica più antica del paese, la Juventus, che in quel periodo vedeva al timone societario Gino Olivetti; ex deputato del Regno d’Italia e fondatore della Confindustria..

Sotto la presidenza di Edoardo, Gianni, Umberto e Andrea, la storia biaernconera sarà costellata di successi e trionfi in territorio nazionale e internazionale. Ma Edoardo, grazie alle solide basi su cui ha costruito questa storia, merita sicuramente il riconoscimento più grande. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, Edoardo viaggia in tutto il mondo per arricchire la propria cultura in campo industriale, visti gli onori e gli oneri che il suo nome gli conferirà nell’ambito dell’azienda di famiglia, di cui sarà vicepresidente. Data la sua passione per lo sport e la simpatia verso il Foot-Ball Club Juventus, decide di investire seriamente sulla società per portarla ai suoi massimi livelli. Sotto la sua presidenza, i bianconeri ingaggeranno il primo allenatore professionista, l’ungherese Jeno Karoly e conquisteranno la bellezza di 6 Scudetti tra il 1923 e il 1935, anno della sua prematura scomparsa.

Il primo titolo dell’era Agnelli arriva nella stagione 1925-26, cui fa seguito il famoso Quinquennio d’oro tra il 1930 e il 1935 unito al raggiungimento delle semifinali di Coppa dell’Europa Centrale per quattro anni di fila. Molti giocatori formeranno il nucleo della nazionale italiana vincitrice nella Coppa Internazionale e nel Mondiale del 1934. Il progetto di Edoardo verrà supportato anche dopo la sua morte, con Gianni e Umberto che assumeranno il controllo della società a partire dal secondo dopoguerra e che confermeranno i bianconeri come una delle squadre più importanti del panorama calcistico internazionale. Sino all’ora più buia di questi giorni.

Ma ogni cambiamento ha sempre rinforzato la società bianconera. Ce ne saranno altri. Prima della finale di Champions League 1995-1996 tra la Juventus e l’Ajax, l’Avvocato rispose così alla domanda dell’inviato Rai: “Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo dei piemontesi tosti”.