Si stima che un terzo degli adulti faccia fatica a prender sonno o a mantenerlo una volta addormentati. Addirittura più del 10% soffre di insonnia cronica. Perciò è diventato molto comune l’uso dei sonniferi, che permettono di avere quel sonno che è necessario al cervello ed al corpo per funzionare bene. Però c’è un rovescio della medaglia. E come accade spesso per i farmaci, se da un lato fanno bene, dall’altro fanno male. 

Da uno studio dell’Università di Taiwan, condotto su poco meno di mezzo milione di adulti e pubblicato sulla rivista Sleep Health risulta che coloro che assumono sonniferi hanno un’aspettativa di vita di cinque anni inferiore rispetto a quelli che non ne fanno uso. Questi, che dormono spontaneamente in media sei/otto ore al giorno, hanno un rischio di morte più basso. Al contrario chi usa i sonniferi, a parità di ore dormite, ha un rischio di morte superiore del 55%. Per quel che riguarda l’aspettativa di vita in media nei maschi che usano questi farmaci è più breve di 5,3 anni e nelle femmine di 5,7 anni.
Gli stessi autori della ricerca sonico rimasti sconcertati dai risultati del loro lavoro e suggeriscono, in caso di insonnia, di ricorrere ad altri metodi per dormire prima di ricorrere ai sonniferi.