Anche se non si è trattato di un fulmine a ciel sereno, la rinuncia alla Divisione Nazionale B (nella foto la festa al momento della promozione) da parte dell’ASD Basket Villafranca è stata come un pugno nello stomaco che ha sconvolto tutto l’ambiente. Il presidente Stefano Pasqualetto, che aveva anticipato a Target i motivi della decisione, a nome dell’ASD Basket Villafranca ha voluto tornare sull’argomento spiegando le dolorosissime scelte effettuate negli ultimi tempi.
Partiamo dal 9 luglio, come mai questo epilogo?
“Dopo quaranta anni di passione ed effettivo contributo economico il Gruppo Industriale Tosoni, punto di riferimento diretto ed indiretto di raccolta pubblicitaria, a causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese non è stato in grado di rinnovare per gli anni futuri la sponsorizzazione della prima squadra, confermando comunque il proprio supporto alle attività giovanili portate avanti di concerto con la Polisportiva San Giorgio. Quella del Gruppo Industriale Tosoni è stata una presenza fondamentale che ci ha permesso di passare, come movimento cestistico villafranchese, dalla promozione fino alla Divisione Nazionale B, consentendoci di progredire tecnicamente e di avvicinare alla pallacanestro un numero sempre maggiore di persone, coinvolgendo un bacino di giovani atleti sempre più ampio. Per tanto devo rivolgere un grosso ringraziamento alla famiglia Tosoni che ha mostrato e mostra coi fatti di credere nello sviluppo del movimento sportivo giovanile. Ringrazio anche tutte le persone che ci hanno espresso la loro solidarietà nel momento di questa scelta così difficile che ha portato a privarci della B Nazionale”.
Che conseguenze derivano dalla mancata iscrizione in serie B?
“Dirigenza e sponsor hanno condiviso l’idea che la serie B fosse l’adeguata conclusione di un percorso tecnico che coinvolgesse il nostro settore giovanile. La mancanza di un elemento così importante potrebbe minare questo progetto. La cosa sarebbe vera se l’attuale serie D fosse affrontata solo di facciata o senza impegno. In realtà non c’è nessuna intenzione di gettare quanto seminato nel corso degli anni. L’attuale categoria rappresenta la prima, forzata, tappa di un nuovo percorso di crescita”.
Quale futuro si prospetta per la pallacanestro villafranchese?
“Nell’immediato si deve parlare di un forte ridimensionamento. Doloroso ma necessario per rivedere alcuni aspetti, dalla parte gestionale alla parte economica, inventandoci nuove ed efficaci soluzioni che ci permettano di riprendere a crescere. In sostanza, abbiamo consapevolmente e responsabilmente deciso di rallentare la corsa ma solo perché la stessa possa durare più a lungo”.
In termine concreti cosa si potrebbe fare?
“La nostra idea era quella di creare una squadra che fosse espressione non di qualcuno in particolare ma di tutto il paese e dell’intero territorio villafranchese. Vista la mancata risposta economica da parte della società imprenditoriale villafranchese, ne deduciamo di non essere riusciti a trasmettere quanto volevamo. Anche se credevamo di poter incontrare una maggior sensibilità da parte delle imprese. Prendiamo atto della profondità della crisi economica, che colpisce sempre più duramente aziende e famiglie, ma siamo anche convinti che la crisi non scalfisce i valori che ci hanno ispirati. È in forza di questi valori che esprimiamo tutta la nostra disponibilità e il nostro piacere a proseguire nell’esperienza educativa sportiva. L’impegno è quello di coinvolgere ad una partecipazione più attiva e concreta tutte le dimensioni della società civile, politica, economica e sociale, secondo le diverse specificità. Per tanto ai politici abbiamo chiesto di farsi garanti del progetto. Agli imprenditori abbiamo chiesto di suddividere l’impegno economico con un contributo minimo e spalmato su più spalle affinché il peso non sia troppo gravoso. Ai dirigenti abbiamo chiesto di continuare con il loro servizio gratuito. Ai giocatori e ai tecnici chiederemo di contribuire con le loro qualità allo sviluppo del progetto. Ai tifosi chiederemo, pur capendo la loro profonda delusione, di continuare a sostenerci con entusiasmo, come fatto fino ad ora, offrendo loro un maggior coinvolgimento e una maggior partecipazione che speriamo in futuro si possa tradurre in un azionariato popolare”.