Addio palestre e parco del Tione. Come avevamo, purtroppo, ampiamente anticipato ancora in Primavera, nonostante tutte le affermazioni rassicuranti che abbiamo sentito fino ai giorni scorsi, Villafranca ha perso il treno giusto per dare attuazione al progetto Parco del Tione Cittadella dello Sport che sarebbe stato realizzato grazie al contributo del Chievo (1,5 milioni di euro) e della Regione (900 mila euro).
L’attore principale era proprio il Chievo che, pur avendo proposte da molti comuni a condizioni più vantaggiose, aveva privilegiato Villafranca per realizzare il centro sportivo per prima squadra e giovanili soprattutto per un discorso affettivo della famiglia Campedelli che da sempre è legata a questo territorio per la presenza della Paluani, l’azienda di famiglia.
Mentre a Villafranca si discuteva, si litigava, si pensava a utilizzare questo progetto a fini elettorali, il Chievo giustamente ha imboccato altre vie.Le necessità della squadra non potevano essere subordinate alle triste beghe villafranchesi. E una volta fatti investimenti altrove (Veronello) i bilanci non hanno più permesso di tornare sui propri passi. Così nel comunicato ufficiale, il presidente Campedelli, ringraziando il sindaco Faccioli e l’assessore Dall’Oca per essersi prodigati nel sostenere l’iniziativa con coerente determinazione unita a passione, ha dovuto ammettere le mutate condizioni economico finanziarie e quindi l’impossibilità di attuare il progetto. Anche perché già ci aveva provato senza esito molti anni fa ai tempi dell’amministrazione Facincani.
E’ così naufragata quella che poteva essere un’operazione ambientale e sportiva storica per Villafranca. Magari il gruppetto del Comitato farà festa, mentre la stragrande maggioranza della comunità non potrà che rammaricarsi per l’occasione persa. E da questa vicenda tutti i protagonisti politici villafranchesi escono sconfitti, perché tutti hanno commesso degli errori: gli oppositori (chi nella vecchia maggioranza ha messo continuamente i bastoni tra le ruote al progetto) ma anche i favorevoli (si poteva chiudere il conto portandolo in Regione a inizio anno prima di entrare in campagna elettorale). Ma alla fine a rimetterci è soprattutto Villafranca.