All’interno si respira l’aria dell’amore, della solidarietà, della comprensione. Perché tutto è partito da persone, come Anna e Attilio Bignami, che questi sentimenti trasmettono agli altri. E’ il Gruppo Appartamenti Protetto gestito dalla Cooperativa Sociale “Famiglia Felice“ Onlus presieduta da Giusto Vecchiato e sito in via Labriola 3 che ha visto l’inaugurazione della nuova sala mensa dove possono pranzare, oltre ai residenti del centro, anche cittadini soli che non hanno possibilità economiche per procurarsi da mangiare. A far partire questo progetto di “Casa Famiglia per malati psichici“ nel 1997 sono stati Anna e Attilio Bignami, i quali inizialmente hanno ospitato i pazienti nella loro casa e ne hanno condiviso i problemi legati alla malattia ed al rapporto con i famigliari, in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale dell’ULSS 22 ed i Servizi Sociali del territorio. Due persone splendide che hanno dedicato la loro vita, come volontari, ad aiutare le persone più deboli e svantaggiate, fossero disabili piuttosto che tossicodipendenti, alcolisti o altre persone in stato di bisogno. Ora Attilio ci guarda dall’alto, ma Anna continua a portare avanti questa esperienza di vita che è un esempio per tutti di cosa vuol dire spendersi per gli altri senza volere nulla in cambio. Attualmente la struttura è costituita da 3 appartamenti e può ospitare 4 persone per appartamento. Offre accoglienza, una casa, vitto ed alloggio, supporti sociali, rapporti amicali fino alla riabilitazione. «Il centro – hanno spiegato la psicologa educatrice Eleonora Fusina e l’operatrice socio sanitaria Angela Schiopu – è disponibile anche dopo le eventuali dimissioni a fare da punto di riferimento per consigli, rapporti sociali ed aiuto agli indigenti ai quali vengono all’occorrenza distribuiti alimenti ed altro in collaborazione con il Banco Alimentare». E’ aperto 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno. Ospita 12 persone tra i 30 e i 60 anni.
«L’ospitalità genera del bene – ha commentato il direttore del Dipartimento per la Salute Mentale dell’ULSS 22 Gerardo Bertolazzi – e l’esempio di Anna e Attilio sarà presto seguito da altri». Il vicesindaco Nicola Terilli ha evidenziato come questa struttura sia «un fiore all’occhiello del territorio e la testimonianza dell’impegno sociale di un’intera famiglia» mentre don Luigi ha sottolineato come questa struttura «sia un segno di speranza per il futuro, in una società portata all’egoismo». Il dg dell’Ulss Alessandro Dall’Ora ha infine elogiato la «grandissima sensibilità di una famiglia che ha dato vita a una struttura che con la sua normalità si è ben inserita nel contesto sociale che la circonda».