Il Chievo riparte per l’ennesima sfida. 15ª stagione in serie A, 24º anno di presidenza di Luca Campedelli, un’ultima stagione da favola e un rafforzamento strutturale notevole. Su queste basi la squadra gialloblù si è ritrovata al Centro medico sanitario Atlante che – come ha sottolineato il villafranchese Luca Faccioli, direttore affari generali – insieme al Centro Bottagisio e Veronello dà un senso di appartenenza. Il Progetto Chievo, infatti, è composto da investimenti in risorse umane ma anche in strutture. E una avrebbe potuto essere a Villafranca. C’è stato anche l’in bocca al lupo del sindaco Flavio Tosi: “Complimenti alla capacità di programmazione della società anche dal punto di vista delle strutture. Sta costruendo qualcosa di importante non legato solo al calcio della massima serie. 15 anni di serie A sono traguardo importantissimo e lo dico con un pizzico di invidia da tifoso dell’altra squadra cittadina”.
Il presidente Luca Campedelli ha invitato a voltare pagina: “L’anno scorso è stato un’annata entusiasmante ma si riparte con il nostro obiettivo classico che è la salvezza. Se poi il mister e i giocatori saranno così bravi da raggiungere la parte sinistra della classifica tanto meglio. Il Chievo è la mia vita e farei fatica a pensarmi senza ma magari meriterebbe uno con più possibilità per fare meglio”.
Il diesse Luca Nember: “Dobbiamo cercar di ripeterci ma non è mai facile. Gli investimenti che la società sta facendo danno ancora più responsabilità per supportarli con i risultati”.
L’allenatore Ridando Maran ha sottolineato le grandi qualità tecniche e morali della squadra: “Sono convinto che possiamo regalare un’altra stagione di soddisfazioni. Questa squadra ha nel dna sacrificio ma anche ambizione. La nostra è stata una crescita costante. Dobbiamo essere pignoli con noi stessi ed andare anche oltre i nostri limiti. Questo porta a migliorarci tutti a livello individuale che poi si trasforma anche in rendimento di squadra, Poi i punti in classifica dipendono da tanti altri fattori esterni. L’Europeo mi ha fatto vedere tanto spirito Chievo, ha dimostrato che questo spirito può sovvertire le sfide con squadre tecnicamente superiori”.
Il portiere Stefano Sorrentino era il più atteso e come sempre non si è nascosto: “Ringrazio il presidente che ha capito la mia esigenza in quel momento. Se a 37 anni sono di nuovo qui con un contratto lungo vuol dire che la colpa evidentemente non era solo mia visto che ora non ci sono più persone che c’erano allora. Ho sempre detto le cose in faccia. Mi spiace che certe cose le leggono anche i miei famigliari. La croce si fa con due bastoni e ognuno deve prendersi la sua responsabilità. L’obiettivo è migliorare ancora. A Palermo ero amato ma avevo un conto in sospeso col presidente e andava saldato. La parte famigliare non ha mai inciso sulle mie scelte. Per questo ho rinunciato a richieste anche più importanti”.