I bambini tornavano a casa turbati, così i genitori dei piccoli ospiti dell’asilo nido di Povegliano nei mesi scorsi si erano lamentati: qualcosa non funzionava nel verso giusto, raccontando episodi difficili da accettare. Queste segnalazioni hanno dato il via ad un’indagine preliminare dei Carabinieri che è arrivata, dopo qualche mese, a conclusione consegnando al magistrato un dossier con diverse testimonianze. Toccherà ora al Tribunale stabilire se, e quanto, sono stati gravi questi comportamenti, e se configurano o meno un reato. La cautela è infatti d’obbligo e la “materia” è estremamente delicata.

Quello che si sa per certo è che quanto sarebbe accaduto all’Asilo Aquilone di Povegliano è stato oggetto di un’indagine minuziosa svolta dai Carabinieri, indagine che è appunto terminata dopo l’esame delle attività di alcune operatrici della struttura.

A mettere in allarme i Carabinieri è stata la stessa sindaca di Povegliano, Roberta Tedeschi, come evidenzia questa nota della municipalità: “L’Amministrazione comunale sottolinea che la gestione dell’asilo nido è in carico a una cooperativa che gestisce il servizio presso l’immobile comunale in Piazza 4 novembre, sulla base di un affidamento vinto tramite gara d’appalto risalente al 2019. Confermiamo che a fine gennaio sono arrivate notizie informali relative ai fatti d’indagine che la Sindaca lo stesso giorno ha condiviso con i Carabinieri della stazione competente sul territorio, affidandosi all’operato delle forze dell’ordine, e nell’immediatezza ha depositato un esposto, avendo come priorità la sicurezza dei bambini e delle bambine frequentanti il nido. Si è appreso ora della conclusione delle indagini preliminari. Allo stato, tuttavia, non si conosce il contenuto degli atti rispetto ai quali il Comune ha già dato incarico ad un legale per approfondire la questione e tutelare l’immagine dell’ente, nell’ipotesi in cui si configurassero eventuali responsabilità di terzi. L’amministrazione comunale ha piena fiducia nell’attività delle forze dell’ordine e della Magistratura e, al tempo stesso, rispetto del diritto di difesa delle persone coinvolte. La priorità resta la tutela dei bambini e, per questioni di privacy, abbiamo dato la disponibilità alle famiglie di incontrarle singolarmente”