Hanno fatto un grande bagno di umiltà per essere andati ognuno per conto proprio nelle passate elezioni ed ora, tutti insieme, si ripropongono di portare alla vittoria la lista ‘‘Tradizione e futuro’’ col candidato sindaco Lucio Buzzi.
«Diversi mesi fa è iniziato il percorso che ha riunificato le tre formazioni che, purtroppo non insieme, avevano superato il 60% dei voti – sottolinea Leonardo Biasi -. Raggruppamento dei moderati. L’individuazione del nostro candidato sindaco Lucio Buzzi è stata una scelta unanime, senza tante discussioni, quasi una chiacchierata tra amici che hanno scoperto di avere comunanza di ideali e di intenti e di avere a cuore il nostro territorio. Si tratta di persone che hanno fatto tanto per il paese, dandosi da fare per la nostra terra e la nostra cittadinanza e vogliono iniziare di nuovo questo percorso insieme. Se riuscissimo a raccogliere i consensi e la fiducia raccolti cinque anni fa, la nostra affermazione sarebbe già scritta. Ma dovremo veramente con molta umiltà rimboccarci le maniche e riprendere a lavorare insieme. In questo percorso si è avvicinato a noi l’amico Antonio Savio, che si sta impegnando per arrivare a costituire questa grande coalizione».
Pietro Guadagnini ricorda i cinque anni all’opposizione in consiglio pur essendo in maggioranza in paese: «Nessun dialogo tra maggioranza e minoranza, nemmeno per le questioni fondamentali. Sempre trovato le porte chiuse. Tre anni e mezzo senza riunioni dei capigruppo. I verbali dicono che abbiamo votato a favore di quelle delibere ritenute utili al paese. Una delle capacità politiche è riconoscere i propri errori. Ognuno ha ammesso le proprie colpe è trovato la sintesi. La nostra proposta parte dalla base, sentendo le esigenze e mettendo a disposizione le nostre esperienze amministrative. Le buone proposte devono essere fattibili, guardando il bilancio del Comune, senza mettere in campo milioni di proposte irrealizzabili».
Il candidato sindaco Lucio Buzzi spiega la scelta del nome: «Tradizione e futuro, ovvero prendere il meglio del passato e portarlo nel futuro. L’aratro è il simbolo del passato perché oggetto antichissimo ma anche il futuro perché dissoda il terreno e permette di nascere alla piantina. Quando mi hanno chiesto subito sono andato in conflitto. Il pensiero razionale diceva chi te lo fa fare, ma alla fine ha vinto il cuore. Non siamo un’ammucchiata. È’ stato naturale pensando a quello che avevamo sbagliato cinque anni fa. È’ un gruppo che può dare molto per Povegliano. Progetto politico pensato a lungo termine se vuoi mettere in cantiere cose importanti. C’è chi ha esperienza, la forza dei quarantenni e l’entusiasmo delle nuove leve».
Ha poi un’idea precisa del ruolo di sindaco: «Deve essere presente e non presenzialista perché i problemi ci sono tutti i giorni. Serve capacità di dialogo e di ascoltare i suggerimenti. Lavorare in squadra senza individualismi. Rivalutazione del consiglio comunale che va fatto quando il cittadino può partecipare. Capacità di rapportarsi con gli enti superiori a vantaggio della nostra comunità».
Quanto al programma elettorale non è ancora definito. «Siamo qui per ascoltare. Ci sono punti principali irrinunciabili che faranno da filo conduttore per tutto il nostro percorso. Ambiente, territorio e tradizioni per dare un’identità precisa al nostro paese. Sicurezza e controllo del territorio. Rispetto delle regole senso civico e forte richiamo al senso di appartenenza alla comunità. Famiglie, giovani e lavoro. Potenziamento della Biblioteca civica Viabilità e piste ciclabili. Balladoro ed ex base missilistica. Riorganizzare gli spazi del mercato. Seconda farmacia, tanto promessa ma mai vista».