Alla fine, tra mille difficoltà, è andata in porto anche l’8ª edizione del «Premio Arte Villafranca», piccolo momento culturale all’interno della Notte Bianca che si ispirava al tema della Vespa associata a movimento, amici, gite, libertà ed entusiasmo. «Col tema generale ‘‘Colori e forme viaggiando con la mente’’ l’obiettivo era permettere agli artisti di dare libero sfogo all’estro, la fantasia e l’originalità personali – spiega la curatrice incaricata dall’assessore Maria Cordioli, Valentina Silvestri, nella cui persona il premio si identifica -. In questo si inseriva la sezione speciale ‘‘A spasso in Vespa’’».
Ecco i premiati. Scultura e installazione: 1) Vincenzo Della Pietà – «Le tre cariole» 2) Lorenzo Garmilli – «A vele spiegate». Pittura: 1) Tiziano Tonolli – «Nostalgia» 2) Giovanni Sandri – «Una notte d’estate». Fotografia e Grafica: 1) André Greco – «Black and Violence collection» 2) Giorgio Ottolini – «Ricordi di Viaggio». Sezione speciale «a spasso in Vespa» 1) Alberto Raffaelli – «Vespa»
Su tutte le opere (una cinquantina di 25 artisti) si è nettamente elevato il primo premio della scultura. La scelta particolare delle tre cariole, infatti, rispecchia pienamente il tema. Sono tre autentiche vecchie cariole pugliesi, riviste e modificate (nella foto con Valentina Silvestri e la collaboratrice Kim Tran). Testimoniano il ricordo del duro lavoro di un tempo, dove non esistevano mezzi meccanici che aiutavano l’uomo, ma semplici umilissime cariole che un po’ lo risollevavano dalla fatica. «Il concetto – sottolinea la curatrice – è nobilitare un mezzo così semplice, ma assolutamente efficace, in ricordo del duro lavoro dell’uomo. Con una morale: l’importanza delle piccole grandi cose». Una scelta azzeccata, visto che al giorno d’oggi davanti ai progetti pomposi, spesso poi irrealizzati, spariscono i piccoli ma concreti passi quotidiani. Sull’altare della carriera, della politica, del potere, dell’apparire vengono sacrificati i piccoli gesti, i rapporti umani, che ancora oggi, invece, sono la base della nostra vita. E peccato per chi non lo sa apprezzare.
E il futuro? «Serve qualcosa di diverso» ammette Valentina Silvestri. Del resto, la mancata esposizione dal venerdì alla domenica, le premiazioni fuori orario, la scelta della Cantoria invece del Bottagisio dove si poteva vedere il Museo del Risorgimento, l’assenza di una benché minima indicazione (che fine ha fatto il totem dello scorso anno?) sono tutti segnali che servirà un deciso cambio di rotta.