Primo incontro pubblico sul futuro Polo Scolastico di Valeggio. Davanti all’aula magna delle medie gremita, sono stati mostrati esempi di scuole realizzate a misura di persona ottimamente inserite nell’ambiente circostante e i nuovi metodi di finanziamento. «Un tema sentito perché parliamo della scuola che riguarda i nostri ragazzi e riguarda un impegno di spesa notevole – ha sottolineato il sindaco Angelo Tosoni – . Continuano gli investimenti. Dopo la scuola dell’infanzia di Salionze, ora pensiamo ad elementari e medie vicine e nell’area degli impianti sportivi. Cominciamo a farci un’idea di che scuola vogliamo. Bisogna scegliere: tamponare o creare strutture nuove e più adatte a didattica, sicurezza, ambiente, comfort. A Salionze scuola a bassissimo impatto perché sin da bambini devono frequentare ambienti positivi. A Valeggio vogliamo solo cose belle, vedi il palazzetto che fa la differenza».
E si valorizzano le vecchie strutture potendo così tenere bassa la rata di ammortamento. Il vicesindaco Marco Dal Forno ha evidenziato una linea guida: «Le strutture devono essere al servizio delle persone. L’Ic ha manifestato le difficoltà a tener insieme classi dislocate in strutture diverse».
La dirigente scolastica Silvana Zamboni ha ribadito che la comunità di Valeggio sta crescendo e le scuole sono insufficienti: «Si sta andando verso una scuola che dovrebbe diventare come un’abitazione. Una struttura a misura di persone. Adattabile alle esigenze del momento. Strutture aperte, luminose, dove i bambini non si sentano in carcere».
L’architetto Mario Cucinella ha mostrato risposte reali in questa direzione con due esempi di scuole (nella foto l’asilo nido di Guastalla che riproduce la balena di Pinocchio) che hanno lasciato a bocca aperta e che chiamare solo scuole diventa riduttivo: «C’è un cambiamento storico. Nelle scuole ben progettate si impara meglio. Il bambino entra in un luogo che sente magico (scuola fatta solo di legno e vetro, giardino, acqua del bagno recuperata dalla pioggia). Bisogna parlare con insegnanti, genitori e bambini per realizzare le scuole migliori».
Giovanni Formiglio (agenzia del Demanio) ha spiegato che quando si parla di scuole non si tratta di mura ma della formazione delle future generazioni di Valeggio. «Ci sono i vincoli di bilancio ma conta anche l’impatto positivo sulla comunità, con un risanamento e un indotto per il territorio. Prima c’era la concezione di lasciare come erano questi edifici storici ma spesso poi erano lasciati andare a pezzi. Poi si è pensato di mettere sul mercato immobili dello Stato. Ora terza via: tutela del patrimonio ma rigenerandolo. C’è una valorizzare degli immobili con l’intervento dei privati. Canone tanto più basso quanto più è alto l’investimento per il recupero di un bene che poi resta in proprietà pubblica».
Anna Rita Miuzzarelli (assessore Castel San Pietro Terme) ha parlato del fondo immobiliare per costruire opere pubbliche e valorizzare il territorio. Un Fondo farebbe l’investimento iniziale e il Comune dovrebbe versare una sorta di canone pluriennale invece di accendere un mutuo che farebbe sforare i conti. Alla fine dell’operazione la scuola sarebbe del Comune. «I comuni devono tener conto del debito pubblico, possiedono beni immobili che non riescono a valorizzare e degradano, e non riescono ad accedere a fonti di finanziamento perché richiedono l’immediata cantierabilità. Legge del 2011 ha fatto partire questo nuovo strumento. C’è una società del ministero (Invimit) che controlla e mette sul mercato i beni destinati dal Comune. I soldi arrivano dall’Inail. Da indebitamento si passa a investimento, con tempi e costi certi. Ci vuole qualità dei beni venduti ma anche della scuola nuova. Canone di disponibilità con rischio trasferito al privato. Valeggio può rientrare in questo progetto».
Alla fine applausi per i relatori ma anche una stroncatura da parte del consigliere di minoranza Francesco Marchi: «Si parte da un presupposto sbagliato. A Valeggio non serve il polo scolastico ma qualche aula in più».