Ultimo consiglio comunale ieri sera a Villafranca col commiato del sindaco Mario Faccioli, che ha parlato sempre in prima persona delle cose e delle scelte fatte, confermando il personaggio che è stato in questi anni. Commento conclusivo anche di Paolo Martari.
«Chiudo parentesi storica con una crisi terribile come quella petrolifera degli anni settanta. Nel 2008 il Comune aveva 39 milioni di debito e l’abbiamo dimezzato. Ho fatto scelte non semplici. Ho fatto 82 milioni di opere pubbliche, 90 con quelle compensative. Mi sono assunto tante responsabilità. Ho salvato l’aeroporto, fatto scelte nel sociale, capofila nel gas e rifiuti. Fatto scelte che la politica non ha capito e digerito. Il mio brutto carattere mi ha consentito di prendere, nei momenti topici, quelle decisioni che gli altri non prendevano. Ho pagato e continuo a pagare. Ho lavorato 24 ore al giorno. Il carattere mi frega ma me lo porto con onore. Chi vede il carattere e non i risultati non ha capito nulla. Ma io resto nel mio mondo non in quello degli altri. Anche se le mie scelte non sono state condivise. Coraggio, progetti, pragmatismo. Non lascio né buchi, né questioni. Ho panificato il territorio e mancava da una vita. Opportunità che chi verrà potrà attuare. Chi viene deve mantenerne la morale della favola. Mi dispiace che non si siano capite tante cose. Vuol dire che non si è lucidi e si perde il passo. Ringrazio l’opposizione di Paolo Martari, avversario e ancora qui dopo dieci anni, per il quale ho grande rispetto. E’ stata un’amministrazione combattuta: nella prima perché sappiamo, nella seconda perché molti nuovi che non era facile inserirsi nel meccanismo. Ho masticato amaro anche quando c’era bisogno almeno di un appoggio morale. Abbiamo classe dirigente che deve maturare, è impreparata e perde tempo. E allora ho fatto da solo per non vivacchiare. Dopo dieci anni ti accorgi che il tuo egocentrismo e la tua determinazione non sono capitai. Ti tolgono il piedistallo e vieni giù. Non mi sento di aver mancato in qualcosa verso il mio paese. Per fare diventare Villafranca importante servono dedizione, valori, capacità. Ma in questo sono solo. Siamo ancora alla fondazione che devono venire a dirci da fuori se siamo liberi o no. Non so quindi se devo ringraziare qualcuno».
Il congedo anche del suo avversario, Paolo Martari: «Non mi metto a fare le pulci su quello che hai detto Vengo da un mondo diverso dal tuo, quello dello scoutismo che dice che ci si impegna a lasciare il mondo più bello di quando l’hai trovato. Da parte nostra, anche quando avremmo potuto scendere su un terreno diverso non abbiamo voluto farlo. Confronto impari. Amministrazione gli strumenti che non ha l’opposizione. Hai fatto un discorso che parlava della tua esperienza. Hai detto sempre io, io. C’è tutto un ribollire al tuo interno. Don Milani disse che il bisogno tuo è anche quello degli altri. Sortire da solo è egoismo, sortire insieme è politica. Se c’è stato un errore non può sempre essere il destino cinico e baro. Non può essere solo colpa degli altri. Hai 50 anni. La storia del carattere diventa un alibi. Hai aggredito gli altri fuori misura. Sono stati elementi di debolezza. Serve un atteggiamento diverso nei confronti di chi ti sta a fianco. Tutti sappiamo che l’amministrazione sta insieme da tanto tempo con i cerotti. Il mondo non gira attorno a te. Andrà avanti lo stesso indipendente da te e da me».