Villafranca Città Blu è sempre più una realtà. Il progetto è partito da una mamma, Monia Gabaldo, ed è stato concretamente portato avanti dal Comune. Ha come finalità la sensibilizzazione e la formazione sui disturbi dello spettro autistico in tutte le sue forme. Ora ha anche un logo. Questa mattina in sala consiliare c’è stata la premiazione di Emmanuele Atzei, scelto dall’apposita commissione tra quelli presentati dalle classi 3ª e 4ª ALF dell’istituto Anti guidato dalla dirigente Lia Artuso. «Ho scelto di rappresentare una farfalla che crea il simbolo dell’infinito e varie sfumature di blu che alludono ai vari spettri dell’autismo». Un riconoscimento speciale è andato anche alla scuola d’infanzia paritaria San Giuseppe per il messaggio sull’inclusione trasmesso attraverso il logo realizzato.
«Fa molto piacere che questo progetto nato solo l’anno scorso a fine anno venga portato avanti con la filosofia che tutti dobbiamo impegnarci per far diventare Villafranca Città Blu e ogni cittadino deve sapere cosa vuol dire autismo» afferma il consigliere comunale Stefano Predomo che è stato in prima fila nel far decollare l’iniziativa insieme a Loretta Mazzi. Quest’ultima, presente insieme ai consiglieri Maria Rosa Ciresola e Adriano Cordioli, ha portato la testimonianza di Monia Gabaldo, trattenuta in reparto, che ha espresso gratitudine per il lavoro e la sensibilità mostrata da tutti: «Solo così possiamo sperare in un futuro migliore per questi ragazzi. Combattere sempre e arrendersi mai, tutti insieme».
Il progetto ha previsto incontri di formazione, poi condizionati dal Covid, rivolti al corpo insegnanti delle scuole di Villafranca di Verona dell’infanzia e primaria, secondaria di primo e secondo grado, operatori sociosanitari, educatori, collaboratori scolastici, personale scolastico impiegato in attività burocratiche amministrative nonché Polizia Municipale, Carabinieri, Vigili del Fuoco, personale Ospedaliero e volontario di Primo soccorso e autisti.
«Al concorso hanno aderito molte scuole, per sensibilizzare le nuove generazioni alle forme diverse di autismo – ha spiegato l’assessore Anna Lisa Tiberio -. Altre attività sono in cantiere per il prossimo anno scolastico. Intanto tutti i loghi saranno esposti nelle scuole e diventeranno una mostra itinerante».
Il sindaco Roberto Dall’Oca si è detto felice e orgoglioso del percorso di questo progetto. «A volte nascono ma poi non trovano continuità. Progetto che parte dal basso, dalle esigenze delle famiglie e grazie all’impegno dell’amministrazione e di chi ha creduto in questo progetto ha coinvolto l’intera città che ha risposto in maniera importante. Non potevamo non coinvolgere le scuole in cui crediamo molto. Ci siamo rivolti spesso agli istituti. Stiamo facendo squadra anche con Biblioteca qui rappresenta dal presidente Renzo Campo dell’Orto. A parte la bellezza, ha colpito il significato dato a ogni rappresentazione grafica. Ha tradotto graficamente un messaggio valoriale importante. In molti avrebbero meritato di essere premiati».
Un progetto voluto e votato da tutto il consiglio comunale. «E’ nato per la buona volontà di alcuni consiglieri e poi siamo partiti tutti insieme – ha sottolineato il presidente Lucio Cordioli – . L’autismo è una patologia che riguarda la gioventù, si manifesta in tante forme e va capita. E le persone vanno aiutate».
Un progetto inclusivo perché partecipano varie realtà sociali ed economiche della città. «Sono in programma una serie di incontri rinviati per il Covid per spiegare alle realtà commerciali come gestire e affrontare queste situazioni» ha dichiarato l’assessore Riccardo Maraia.
L’assessore Luca Zamperini, da sportivo, ha evidenziato il grande lavoro di squadra: «L’idea partita da una mamma ha trovato nel consigliere Predomo e tutta l’Amministrazione una sponda fondamentale. Tutti hanno mostrato grande sensibilità».
Un progetto da portare avanti negli anni con piccoli passi ma continui che dovrebbe, secondo l’assessore Nicola Terilli, fare da apripista verso una comunità inclusiva: «Non avrà vita breve e creando una cultura e un’attenzione verso sensibilità e inclusione diventerà una testa di ponte verso tutte le fragilità e diversità. Una comunità è realmente inclusiva e democratica quando tutela i diritti delle minoranze e dei più deboli. Questa cultura passa dalle famiglie e dalla scuola. Bisogna lavorare dove si seminano i principi basilari».