Vuoi per necessità ricostruttive post-chirurgiche, vuoi per finalità estetiche le protesi mammarie sono diventate piuttosto comuni.
L’Italia è il primo paese al mondo che ha un registro dove vengono registrate. Le protesi sono tracciabili, tanto che anche chi le distribuisce a livello commerciale è tenuto a trasmettere i dati relativi ad ogni singola protesi mammaria. Chi non si attiene a queste disposizioni viene sanzionato.
Dal 2 febbraio a questo registro nazionale s’aggiunge quello che devono tenere le Regioni ne le Province autonome di Trento e Bolzano, così da aumentare il controllo e la tracciabilità di questi interventi che in alcune regioni, come la Liguria e la Lombardia, sono in costante aumento. Come avviene purtroppo per altri dati sanitari, certe regioni, come la Calabria, che continua ad essere inadempiente in diversi obblighi, non esistono dati in merito. Il Ministero della Salute precisa che “il Registro Nazionale degli impianti protesici mammari si alimenta con i dati provenienti dai registri regionali. Le Regioni e le Province autonome dispongono di 180 giorni a partire dal 2 febbraio per istituire i registri regionali e provinciali. Entro il primo agosto 2023 il Registro Nazionale degli impianti protesici mammari riceverà dati da ogni area del territorio“.