La Cgil si oppone ai ventilati aumenti delle rette delle case di riposo che definisce “inaccettabili“ e promette di contrastali attivamente.

In questi giorni si sta parlando di rivedere al rialzo le rette che già sono molto pesanti. Una famiglia che ha una persona anziana in una struttura residenziale deve affrontare una spesa di oltre 2.000 euro al mese e di 3.000  senza il contributo regionale. 

“Le impegnative della Regione Veneto – scrive in un comunicato la Cgil – sono assolutamente insufficienti per far fronte ad una richiesta di assistenza sempre più grande e che è destinata a crescere nei prossimi anni vista la dinamica demografica.

Riteniamo scandaloso e deplorevole che il Fondo regionale per la non autosufficienza non sia aumentato per affrontare la domanda che in questi mesi allunga la lista di attesa che al momento è di 1.600 persone”.

“Le impegnative di residenzialità – continua il sindacato- sono fondamentali, oltre all’indennità di accompagnamento, per affrontare i costi a dir poco impegnativi per le famiglie che in molti casi devono vendere i propri beni per garantire assistenza ai propri cari”.

La Cgil inquadra il problema nella più vasta questione sociale derivante dall’invecchiamento della società: “per ogni anziano non autosufficiente che trova posto in una casa di riposo ce ne sono almeno 4 che vengono assistiti a casa: circa l’85% delle persone non autosufficienti vengono infatti assistite a casa con l’ausilio dei cargiver (familiari), assistenti familiari (badanti), Adi (assistenza domiciliare integrata) e Sad (servizio di assistenza domiciliare)”.

Una situazione inaccettabile per cui la Cgil chiede; la Riforma delle Case di Riposo; l’aumento delle Impegnative Regionali e del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza.

Il sindacato propone inoltre l’applicazione dell’Aliquota Irpef Regionale per i redditi alti e l’istituzione di una commissione territoriale unica dell’Ulss 9 per il riconoscimento delle impegnative sanitarie individuali (schede Svama).

Ed a dimostrazione di quanto il problema sociale degli anziani sia diffuso il sindacato fa un quadro dell’assetto nella nostra provincia delle case di riposo.

Sono 52 strutture private accreditate e 19 strutture pubbliche (Ipab).

Le strutture private sono gestite da enti del Terzo Settore, congregazioni religiose ed enti profit, con una media di 77 posti letto e un totale di 5.495 posti letto accreditati, che aumenteranno a 6.197 con la nuova programmazione.

Nel Fondo Regionale della Non Autosufficienza, l’Ulss 9 utilizza 4.612 impegnative.

La retta sanitaria può essere di primo accesso (30 euro pro-die) o temporanea/definitiva (52 euro pro-die), con una quota sociale a carico degli assistiti.

L’accesso ai centri per anziani non autosufficienti avviene tramite domanda presentata dai familiari o tutele, seguita da una valutazione multidimensionale. Ci sono anche 14 centri diurni per anziani non autosufficienti.

L’assistenza medica è fornita dall’ULSS, con medici curanti che garantiscono 22 ore settimanali ogni 60 ospiti. I farmaci per gli ospiti non autosufficienti  sono forniti dall’Ulss9