Giovani e lavoro. Quale futuro in provincia di Verona?’ È il titolo del convegno organizzato dalla Cisl che si è tenuto oggi nella sede veronese di Lungadige Galtarossa. Nel corso della mattinata sono stati presentati i risultati della ricerca della Fondazione Corazzin sulla situazione occupazionale dei giovani, sul mercato del lavoro e sulle prospettive future per il nostro territorio.

Col segretario della Cisl scaligera, Giampaolo Veghini, hanno partecipato il segretario regionale, Gianfranco Refosco, e la segretaria generale aggiunta Cisl nazionale, Daniela Fumarola.

Giampaolo Veghini ha osservato che l’atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro è caratterizzato dalla volontà di conciliarlo con i tempi di vita e cercano un lavoro di qualità: «Noi cerchiano di creare per loro un territorio attrattivo mettendo in campo risorse e competenze. Come Cisl abbiamo messo in piedi una scuola lavoro di èlite. E pensiamo anche a chi arriverà dopo. Alle generazioni future e anche agli immigrati dobbiamo offrire infrastrutture che favoriscano il loro inserimento nel mondo del lavoro».

Il territorio veronese è caratterizzato da un’occupazione che per 65% viene assorbita dal terziano, per un 10% dall’agricoltura e per un 27% dal manifatturiero, che ha come impostazione la stagionalità. Il riferimento è chiaramente ricolto al turismo, che se anche ha i tempi dilatati rispetto al passato anche recente è pur sempre un’attività stagionale. E lo stesso vale per l’agricoltura, che richiama occupazione in relazione al volgere delle stagioni. 

«Da tutto questo – ha concluso Veghini – non possiamo disgiungere la questione salariale, che è primaria per dare un vero lavoro di qualità tutelato da contratti adeguati».

Daniela Fumarola, segretario generale aggiunto della Cisl ha dichiarato che è necessario «far ripartire il paese attraverso il lavoro con progetti e investimenti». Importante a questo scopo è il Pnrr che, ha ricordato «ha tra gli obiettivi, oltre ai giovani, le donne ed il sud».

Anche Daniela Fumarola ha sottolineato la difficoltà dei giovani a trovare il lavoro, «che dev’essere sicuro, ben contrattualizzato, stabile per consentire ai giovani di programmasi la vita».

E anche nelle parole della segretaria generale aggiunta del sindacato ha trovato conferma l’esigenza dei giovani di avere tempi di lavoro contingentati in modo da lasciare spazio al tempo libero. E questo rappresenta una difficoltà nella loro collocazione. Come quella dei datori di lavoro nel reperire personale con nuove qualifiche.

Per superare le quali è fondamentale che la scuola le imprese possano dialogare per formare i giovani con quelle qualifiche che servono al mercato del lavoro. «Diversamente – ha concluso la sindacalista- condanneremo i giovani, anche se molto scolarizzati, ad andar via dall’Italia. Ci sono già strumenti di flessibilità in entrata nel mercato del lavoro, basta utilizzarli, soprattutto per sconfiggere il lavoro illegale. Contrattazione strutturata nei luoghi di lavoro e sopratutto, su un livello più generale, è necessaria la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese». E su questo c’è una proposta di legge della Cisl di cui il parlamento dovrà occuparsi.