(di Gianluca Ruffino) Dopo l’eliminazione dai playoff scudetto per mano di Perugia, Rana Verona ha iniziato con un successo contro Padova l’ultima fase della sua stagione, i playoff per il 5° posto, che valgono l’accesso alla prossima Challenge Cup.

Tra i protagonisti di questa stagione c’è il centrale italo-australiano Aidan Zingel, alla terza esperienza nella città scaligera. Il 33enne è il pallavolista più esperto della squadra, ed ha fatto parte della rosa che nel 2016 conquisto la Challenge Cup, primo e unico titolo internazionale della storia dei veneti.

Ai nostri microfoni Zingel ha parlato degli obiettivi di fine stagione e di qual è il sogno che vorrebbe coronare entra la fine della sua carriera.

Le parole di Aidan Zingel 

Siete i favoriti per il quinto posto?

Non so se siamo i favoriti, il livello è alto e ci sono squadre molto forti come Civitanova, Piacenza e Modena. Quello di cui sono sicuro è che il nostro obiettivo è quello di raggiungere questo traguardo. Sarà una sorta di playoff scudetto, impossibile fare una previsione.

Sei stato uno dei protagonisti di quel Verona che ha vinto la Challenge Cup nel 2016. Che emozione è stata per te vincere quel trofeo internazionale?

È uno dei ricordi più belli che ho legati a Verona. Purtroppo quel successo è stato oscurato dall’eliminazione dai quarti dei playoff contro Perugia, quando abbiamo sfiorato una qualificazione storica in semifinale. Ma rimane comunque un risultato straordinario e spero di poter ancora fare la storia qui a Verona. 

Questa squadra a livello tecnico ha tantissimo talento e giovani emergenti. La rosa di oggi è più forte di quella del 2016?

A livello fisico direi sicuramente di sì, ma quella rosa lì vincerebbe sul piano dell’esperienza. C’erano alcuni giocatori importanti all’apice della loro carriera. Fare un paragone però è molto difficile perché oggi la pallavolo è cambiata rispetto a qualche anno fa, diventando molto più veloce e potente.   

Cosa manca a Rana Verona per colmare il gap con le più forti e raggiungere una semifinale che sarebbe storica per questa società?

Direi che quello che manca a questa squadra è soltanto l’esperienza. Sotto l’aspetto tecnico abbiamo dimostrato di poter competere ad altissimo livello, il problema è di riuscire a mantenerlo in maniera costante e nei momenti decisivi. E la dimostrazione l’abbiamo avuto nelle partite contro Trento e Perugia, nelle quali loro sono stati più bravi nei punti più importanti.

Il roster di Verona è completo in tutti i reparti, soprattutto al centro. Come vivete tra di voi questa competizione?

È una competizione sana. Abbiamo tanta fiducia l’uno nell’altro. Non c’è mai delusione se qualcuno di noi resta fuori perché sappiamo che chi scenderà in campo darà il massimo. Rispettiamo le scelte del mister e cerchiamo di spingere gli altri compagni a migliorare.

Se dovessi rivelare un sogno da qua alla fine della carriera, quale sarebbe?

Il sogno sarebbe quello di vincere lo scudetto. Ho raggiunto le semifinali quando giocavo a Trento, oltre ad arrivare in fondo in Champions League e vincere la Challenge Cup a Verona. Ma mi piacerebbe, prima di appendere le scarpe al chiodo, di fare parte di un gruppo che conquista lo scudetto. Anche se non dovessi giocare.

VeronaVolley/Benvenuti