(di Simone Alessandro Cassago) Una commodity “noiosa”, ma ottimo bene rifugio: a fare notizia in queste ultime settimane non sono stati tanto i record dei mercati azionari, ma l’andamento dell’oro, una commodity che viene vista come noiosa dagli operatori di mercato sebbene considerata un ottimo bene rifugio contro l’inflazione, ma con un forte fascino verso un gran numero di investitori in cerca di sicurezza; stiamo parlando dell’oro.

Il metallo prezioso ha stabilito nuovi record arrivando alla quotazione di 2,327 $ all’oncia (vedi il grafico qui suindicato, in cui è riportato l’andamento del prezzo dell’oro, negli ultimi 5 anni, e dove è evidente la risalita di prezzo, cominciata in sordina alla fine della scorsa estate) nonostante i mercati azionari siano su livelli massimi, e vi sia stato un deflusso consistente dagli ETF.

Oro, un record insolito? ecco i precedenti

Il metallo prezioso per eccellenza, nelle ultime settimane ha continuato a macinare record, arrivando a raggiungere massimi storici che si erano visti, recentemente solo in tre occasioni:

  • Nel 2020, con l’ondata di COVID, venne preso d’assalto da parte degli investitori come “alternativa rifugio”, arrivando a superare i 2100 $ l’oncia
  • All’inizio del 2022, ccon l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia (allora superò di poco i 2000 $ all’oncia.
  • Nella primavera del 2023, quando si verificò una “mini crisi bancaria” con la Svizzera “Credit Suisse” sull’orlo del default e salvata da UBS; anche in questo caso l’oro si riportò sulla soglia dei 2000 $ l’oncia.

La performance da inizio anno equivale ad un rialzo delle quotazioni di oltre il 10%; si tratta di un rally che può stupire, visto che l’oro tende a guadagnare sempre terreno durante i periodi di sofferenza dei mercati forte del suo status di bene rifugio per eccellenza; era stato così anche i occasione della crisi del debito sovrano in Europa, nell’estate/autunno del 2011.

Ora però i mercati azionari sono sui massimi storici, in tono  grazie anche alle speranze di una politica monetaria meno restrittiva nei mesi a venire; proprio questa ultima circostanza è una delle ragioni chiave del rally del metallo giallo.

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Oro, il ruolo della discesa dei tassi

I motivi di questo rally vanno ricercati, principalmente, sul fronte dei tassi di interesse, i quali stanno impattando positivamente sull’andamento dell’oro. Tale asset beneficia proprio di un contesto di riduzione dei tassi, spinto dalle aspettative per un taglio del costo del denaro da parte dell’ Americana Federal Reserve.

Secondo gli analisti, le attese del mercato sono infatti per un taglio dei tassi USA, ben più vicino di  quanto non ci si aspettasse ad inizio anno;l’oro, infatti, a differerenza di altri investimenti sicuri, come  le obbligazioni governative (i ben noti titoli di stato), non paga cedola e quindi tende a non avere un trend positivo in periodi in cui i tassi di interesse sono alti.

Il calo dei tassi, non è però l’unico fattore che gustifichi una corsa così importante da parte dell’oro; un altro fattore di supporto, è stato sicuramente il recente indebolimento del dollaro americano, che ha, ,storicamente un’andamento inversamente proporzionale rispetto all’oro, ovvero i loro valori tendono a muoversi in direzione opposta. Tutto questo poiché l’oro è valutato in dollari  e quindi, a parità di condizioni, un dollaro più debole spingerà l’oro più alto attraverso la domanda.

Oro, le vendite sugli ETF

Nonostante quanto detto fino ad ora, il rally che sta attraversando il percorso di prezzo dell’oro, non manca di anomalie apparenti; infatti, pur essendo davanti ad un contesto di apprezzamento e di risalita delle quotazioni, strumenti finannziari come gli ETF, che replicano l’indice giornaliero dell’oro fisico, anche a febbraio hanno visto prevalere le vendite degli stessi, con flussi negativi a livello mondiale per 49 tonnellate (a 3126 tonnellate , il minimo da ottobre 2020).

Le vendite si sono concentrate negli USA e in Europa, mentre l’Asia è la sola regione al mondo in cui il mercato degli ETF sull’oro è in crescita; sempre secondo gli analisti, nonostante le ragioni di questo rally siano più che altro di natura finanziaria, non deve essere sottovalutata la domanda del metallo fisico, la quale è in costante crescita, dettata dagli acquisti delle Banche Centrali che, globalmente, nel solo mese di febbraio  hanno effettuato acquisti per circa 40 tonnellate.

Oro, transazioni non sempre limpide

Vi sono, però, anche forze a sostegno dell’oro meno visibili agli occhi degli investitori; pare infatti, secondo la stampa internazionale, che una crescente quota di transazioni di oro fisico sia sia allontanata dai mercati regolamentati percorrendo, talvolta, canali non del tutto legali.

Il tutto è da ricondurre in buona parte, come conseguenza, alle sanzioni imposte dalla UE alla Russia, il secondo produttore mondiale di oro, la quale è stata tagliata fuori dai canali tradizionali, dopo l’invasione dell’Ucraina, senza però scostarsi dall’eseguire transazioni sui mercati globali, attraverso canali alternativi.

L’oro, infine, può essere sempre un’elemento importante nella costruzione di un solido portafogli d’investimenti, visto che ha dalla sua vari fattori strutturali, vedi la sua natura di “bene rifugio” già citata, che permette anche attraverso piccoli investimenti di mantenere il proprio valore nel tempo, soprattutto in momenti di di forte volatilità dei mercati. Inoltre, lo si può considerare come asset strategico, grazie alla sua natura de-correlata dai mercati finanziari, e ad una domanda che arriva da fonti ben diversificate come;  riserve auree, investimento, industria del lusso e tecnologia.