Al centro sociale di via Rinaldo a Villafranca è iniziata da una settimana l’attività del «Centro sollievo Alzheimer» che sarà presentata oggi, lunedì, alle 18 in un incontro con la presenza di tutti i protagonisti dell’iniziativa finanziata dalla Regione e dall’Ulss 22 e che proseguirà fino al 28 dicembre. Il progetto è coordinato dalla dottoressa Ebba Buffone, responsabile dell’unità di Neurologia e dalla psicologa Giulia Sandri dell’ospedale di Bussolengo. Entrambe sono intervenute alla presentazione in municipio insieme ai rappresentanti del mondo del volontariato coinvolti: Renata Boranga (associazione Seconda Primavera) e Stefano Manara (la Piccola fraternità di Dossobuono) che operano con anziani, Ettore Cremasco (Fondazione Historie) che si occupa di disabili e nel progetto coordinerà la parte amministrativa, Marisa Butti (Auser Villafranca) che gestisce il centro sociale. “L’obiettivo è dare una risposta a un problema sociale in costante aumento – commenta l’assessore Nicola Terilli -. E’ fortemente invalidante per il malate e devastante per il nucleo familiare. Anche le piccole cose quotidiane diventano impossibili. La Regione ha capito che si deve lavorare soprattutto a domicilio. In sintesi ogni lunedì dalle 15 alle 18 vengono ospitate dieci persone cui è stata diagnosticata, in forma lieve o media, questa malattia. Sono seguite da specialisti e volontari, partecipando a laboratori e giochi e lavorando sulle residue capacità cognitive. Parallelamente c’è un’azione rivolta ai famigliari per far capire loro come ci si deve avvicinare a queste problematiche. Un modo anche per fare comunità e interagire tra di loro. Vogliamo coinvolgere i giovani perché il ruolo del volontariato è fondamentale”.
“Un progetto a più voci – aggiunge Ebba Buffone -. Il senso è dare sollievo alle famiglie, fare cultura dell’anziano che rappresenta una grossa fetta della popolazione. Non deve essere un ambiente sanitario, ma il più familiare possibile. E’ una forma di terapia ma in un’atmosfera soft, lontana dall’ambiente sanitario”. “Vogliamo portare fuori dall’ospedale questo tipo di problematiche – sottolinea Giulia Sandri -, alla gente comune che potrebbe direttamente o indirettamente essere interessata nel futuro. E’ una patologia che ancora spaventa e ce se ne vergogna. Il progetto prevede attività formativa per i volontari, per far fronte alle criticità e valorizzare le loro capacità, serate e incontri con la collega Daniela Boccardi che informerà su cosa può implicare la malattia, dando consigli pratici sulla gestione, su come comportarsi in certe situazioni”.