«Un’esperienza che ti resterà dentro per tutta la vita». A dirlo è il gruppo dell’Associazione dei farmacisti di Protezione Civile reduci dall’esperienza nell’area del terremoto. Col presidente Paolo Pomari ed Elena Vecchioni c’era anche Loredana Bavosa, una villafranchese acquisita avendo lavorato 40 anni nella farmacia comunale. Con il camper da tre anni attrezzato con dotazione di medicine hanno portato tra i terremotati una sorta di farmacia mobile. «Siamo arrivati mercoledì notte – racconta – e siamo rimasti 4 giorni in provincia di Ascoli Piceno, al campo di Arquata del Tronto. Ora si alterneranno a gruppi di tre i vari gruppi dei farmacisti di Protezione Civile sparsi in Italia».
Il loro è stato un pronto intervento. «Se serviva avevamo subito il farmaco pronto – sottolinea – ma abbiamo fatto da vettore per portare le medicine a chi ne aveva bisogno. Perché la farmacia era integra ma a fondo valle e la gente non aveva la possibilità di raggiungerla. Anche per i soccorritori perché arrivavano a sera stremati e con gli occhi bruciati dal caldo e dalla polvere». Alla sera i tre veronesi hanno mangiato in compagnia dopo una giornata di lavoro e di sforzi e poi dormivamo nel camper perfettamente attrezzato.
«La sensazione dominante? E’ stato di poter dare subito un aiuto a questa gente. Pur non facendo niente di testa propria ma seguendo le indicazioni della Protezione Civile, si è cercato di dare a loro quello che puoi fare senza pensare troppo alle formalità. A volte non servivano medicine ma solo la volontà di ascoltare le persone, come succedeva nelle vecchie farmacie.
Il camper farmacia è diventato un veicolo prezioso anche per il trasporto di altri bene di necessità.
«Persone molto dignitose che solo chiedono di non esser sole perché l’emergenza non finisce tra 15 giorni. E qui siamo davanti a una tragedia. Ti colpisce il fatto che sono tutti paesi piccoli, da 100-200 abitanti, e se muoiono trenta persone è una grave perdita per la comunità. La gratitudine della gente si è riversata anche su di noi. E’ stato emozionante. Sono veramente contenta di aver potuto fare quel poco che ho potuto».