Questa primavera 2021 verrà ricordata dal mondo agricolo veronese prima per l’anticipo di temperature alte nel mese di febbraio inizio marzo e poi per il continuo susseguirsi, a partire dalla metà di marzo, di nottate con temperature abbondantemente sotto lo zero, con relativi danni sempre più rilevanti alle colture agricole, culminate con la gelata del 7 e 8 aprile, con temperature che hanno toccato anche i meno 7°.Temperature che poco hanno consentito di fare per proteggere le produzioni anche a quelle aziende più strutturate che hanno aperto le reti o acceso gli impianti antibrina (nella foto).
Servirà però stanziare da parte dello Stato risorse importanti ed adeguate per impedire la dismissione di tante aziende in campo frutticolo visto i grandi areali interessati in questo 2021.
La drammaticità della gelata, di cui avevamo parlato nelle scorse settimane, sul comparto frutticolo è stata illustrata alla vice presidente della Regione Veneto Elisa De Berti in occasione di un incontro istituzionale a Villafranca con il Consigliere regionale Filippo Rigo conclusasi con la visita in centro storico alla mostra di Volti Antoniucci, patrocinata dalla stessa Regione vista l’importanza dell’evento (nella foto).
Il sindaco Roberto Dall’Oca e il consigliere Adriano Cordioli hanno toccato nel corso dell’incontro anche le problematiche agricole dovute alla serie di gelate che hanno colpito il comparto frutticolo, situazione che già è a conoscenza dell’assessore all’agricoltura Caner, parole della De Berti, che già con gli altri assessori regionali delegati all’agricoltura delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, non appena arriveranno i dati dei rilievi delle varie agenzie regionali, faranno fronte comune per chiedere l’intervento statale.
«Un intervento statale che – ha ricordato Adriano Cordioli – dovrà passare da una deroga a quanto previsto dal D.lgs 102/04 che dice che le colture, quindi tutta la frutta, inserite nell’elenco di quelle che possono stipulare assicurazioni agevolate non possono accedere al “fondo di solidarietà nazionale”. Nel 2020 questa deroga è stata concessa alla regione Emilia Romagna a fronte di una situazione grave da gelata. Quanto alle assicurazioni, quelle agevolate garantite anche con un contributo importante dello Stato hanno una franchigia alta, di solito fissa al 30%, non coprono per le situazioni catastrofali, vedi la gelata, più del 50% del danno subito oltre ad altre limitazioni nel riconoscimento del danno legate ai fondi coltivati per comune e per coltura. Inoltre hanno un periodo di attesa di 12 giorni dalla sottoscrizione all’entrata in copertura, non è facile accedere perché le compagnie assicurative allungano i tempi per aprire le sottoscrizioni e contratti con tecnicismi non permettono in maniera inequivocabile di stabilire l’esatto inizio del danno in base alla fase fenologica della pianta al momento della gelata».
Su indicazione di tante aziende agricole che hanno visto annientata la produzione per l’anno in corso, già il 9 aprile il Comune di Villafranca aveva segnalato ad Avepa, l’agenzia regionale veneta competente, l’eccezionalità dell’evento tale da prevedere la possibilità di accedere al “Fondo di solidarietà nazionale” così come previsto dal Decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102.
Il funzionario regionale di Avepa ed il responsabile dell’ufficio provinciale, accompagnati dal consigliere comunale con delega all’agricoltura Adriano Cordioli e da Roberto Serpelloni, referente comunale per Coldiretti, hanno fatto un sopralluogo in alcune aziende ,cercando di coprire geograficamente il territorio comunale, in quanto va fatta una perimetrazione della zona interessata dalla calamità e una prima stima del danno.
La situazione riscontrata è risultata fin da subito drammatica. Partendo dalla parte nord del comune, a Dossobuono un’azienda con kiwi biologici ha avuto un danno del 100%. A Villafranca, in un’azienda che fa anche vendita diretta con molteplici colture, pesco, ciliegio, albicocco, susino, pero, fragole, nessun frutto presente sugli alberi. Infine a Rosegaferro, in un’azienda specializzata sulla produzione di pesche, pochissimi frutti presenti, che, come ha spiegato il titolare, difficilmente si potranno andare a raccogliere perché ancora destinati a cadere per avere il nocciolo danneggiato dalla gelata o perché in questi casi in prossimità della maturazione le poche pesche presenti si spaccheranno, o perché risulteranno attaccate dai tanti animali a partire dal piccolo verme di Cidia e Anarsia per arrivare alla sempre micidiale cimice asiatica o per ultima alla più grossa gazza.