Dopo 18 anni, il CSV, Centro di Servizio per il Volontariato, non ha ottenuto alcun posto dei 95 proposti per i giovani veronesi e 46 enti del Terzo settore sono dunque rimasti escluse. 

Una situazione che ha coinvolto molti altri enti sia in Veneto che a livello nazionale, complice una drastica riduzione dei posti messi a bando. Già iniziata la mobilitazione e gli appelli alla politica per chiedere una revisione. Nel frattempo, CSV e associazioni si interrogano sul futuro del SCU, tra riflessioni, nuove proposte, iniziative a tampone.

È un anno anomalo questo per il Servizio Civile Universale, nella provincia di Verona. Sicuramente meno ricco. Per la prima volta, vengono escluse importanti realtà tra le quali il CSV, che aveva presentato progetti per 95 posti coinvolgendo 46 associazioni ed enti del territorio che puntavano sui giovani per coinvolgerli, farne uno dei perni importanti della loro attività quotidiana a favore del prossimo.

Complice un forte taglio di posti disponibili a bando, passati dai 71.550 nel 2023 ai 52.236 del 2024, e alcune criticità nelle assegnazioni dei punteggi – ora in fase di revisione così come richiesto a gran voce da molti degli enti esclusi -, si tratta di una doccia fredda che coinvolge il Veneto e molte altre Regioni. La situazione ha messo in allarme il Coordinamento Spontaneo degli Enti di Servizio Civile del Veneto (CSEV) che nei mesi scorsi ha inoltrato una serie di richieste, interrogazioni e sollecitazioni a livello regionale e nazionale, cui però ad oggi non è stata data risposta.

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Roberto Veronese, presidente del CSV di Verona e Maurizio Corazza, del consiglio direttivo, rilevano che «se per CSV si tratta di una perdita dolorosa, il bando di Servizio Civile è comunque attivo. Scade il 15 febbraio e sul territorio alcuni posti a disposizione ci sono ed è nostro obiettivo promuoverli il più possibile. Siamo convinti che  quella delloSCU sia un’esperienza preziosa, che impegna i giovani e le giovani dai 18 ai 28 anni in un anno nei vari ambiti in cui opera il mondo del volontario, arricchito di attività di formazione, un contributo economico e un bagaglio di relazioni e competenze spendibili poi nel mondo del lavoro».

Proprio per questo CSV rimane a disposizione dei giovani come guida per indirizzare ciascuno nelle sedi e nei progetti disponibili sul territorio. 

«Nessun posto deve andare sprecato- fa appello Veronese-.  Anzi dobbiamo dare un segnale chiaro di maggiore necessità soprattutto per il prossimo anno. Un invito al Dipartimento e alla politica a investire maggiori risorse per aumentare i posti disponibili. E vogliamo anche invitare i politici veronesi a farsi portavoce delle necessità del territorio. Siamo ancora in tempo per trovare nuove risorse e riaprire il bando» 

Da un lato, dunque, la mobilitazione che sta partendo su più fronti e andrà avanti con gli altri enti esclusi. Dall’altro, un senso di amarezza e di impotenza nei 46 enti del Terzo settore che afferiscono al CSV di Verona, rimasti orfani dei propri giovani, e che si sono riuniti nella sede del Centro per una di riflessione sul futuro del SCU. E’ emersa la volontà di rimettersi in gioco e di pensare a nuove strategie. 

«Il Servizio Civile è un momento importantissimo per la crescita dei giovani che abbiamo sempre impostato come arricchimento di competenze, come attenzione verso esperienze di cittadinanza e di incontro tra il mondo giovanile e le associazioni- riflette Veronese-. E i recenti report dimostrano quanto ha inciso sulla crescita dei giovani e anche sul loro futuro impegno nel volontariato”.

Nel 2022 su 70 mila posti a disposizione ne sono stati avviati circa 50 mila. «Si tratta di abbandoni fisiologici: ci sono ragazzi che nel frattempo trovano lavoro- spiega il presidente.- Ma la soluzione non è tagliare i posti di Servizio Civile ma facilitarne l’accesso”.

Secondo il CSV è necessario rivedere il servizio civile, rendendolo più snello e più sicuro: vanno pensate pluriannualità che permettano progettazioni stabili e quindi anche investimenti stabili. È necessario anche che i criteri siano più concreti e oggettivabili per indirizzare le progettazioni.

«Abbiamo la possibilità di confrontarci e di pensare a forme di coprogettazione che coinvolgano i giovani grazie ai singoli enti e in cui il CSV di Verona potrà intervenire per dare supporto -conclude Veronese-. Una sfida che richiede la ricerca e la disponibilità di bandi, di finanziamenti e tempi di elaborazione necessaria per concretizzare nuove proposte e che non intende sostituirsi al Servizio Civile, che ci auguriamo comunque che venga rinnovato e potenziato, ma che vuole dare speranza al mondo giovanile e all’incontro positivo tra giovani e volontariato»