Memoria, impegno, legalità. Sono queste le parole chiave che l’Amministrazione di Roberta Tedeschi ed Avviso Pubblico hanno scelto lunedì 12 Febbraio per l’incontro pubblico con Matilde Montinaro. La donna, sorella di Antonio Montinaro ovvero del capo scorta del giudice Giovanni Falcone, è’ stata protagonista a Povegliano Veronese di una lunga e toccante testimonianza dialogando con Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico. Molte le presenze istituzionali mescolate al folto pubblico: Il dott. Riccardo Stabile in rappresentanza della Prefettura, il Cap. Vincenzo Spataro comandante della Compagnia carabinieri di Villafranca, il Ten. Col. Alessandro Laguidara comandante della Guardia di Finanza di Villafranca, il luogotenente Davide Zanarini, comandante della Stazione dei Carabinieri di Castel d’Azzano, il Ten. Col. Roberto Benedetti del Terzo Stormo dell’Aeronautica Militare. 

Montinaro ricorda “Il 23 Maggio del 1992, giorno della strage di Capaci, è come se i 600 kg di tritolo fossero anche entrati in casa nostra. Quel giorno Antonio avrebbe dovuto essere di riposo e montò di turno per sostituire un collega”. La memoria corre alla Palermo degli anni ’90, al maxi processo e al pool antimafia, alla stagione delle bombe. “Su quell’autostrada non è finito qualcosa ma, attraverso il dolore, qualcosa è iniziato” continua “a mio fratello chiesero in un’intervista se aveva paura. Rispose che chi ha paura ama, chi ha paura sogna e così non è per chi è un vigliacco”. Spazio anche per i ricordi di gioventù relativi al caposcorta “Antonio non andava bene a scuola e, dopo un periodo di lavoro in pescheria, entrò in polizia” – ricorda ancora la sorella – a 24 anni dopo vari incarichi decise di andare a Palermo: l’incontro col dott. Falcone gli cambiò la vita. Scelse di restargli accanto e di proteggerlo a tutti i costi”.

Matilde Montinaro sottolinea anche il ruolo di Libera, associazione contro le mafie che dal 1995, tra le altre cose, mette insieme tutti i familiari delle vittime di mafia “Don Ciotti ci ha restituito la consapevolezza di avere diritto alla verità. Di chiedere non vendetta ma giustizia. Non abbiamo bisogno di attaccarci necessariamente la spilletta della legalità e non ci serve chi cerca di usarci. Siamo grati a chi lo rispetta e sostiene il dolore di noi familiari'”.

Pierpaolo Romani, calato nel ruolo di intervistatore e guida alle vicende storiche di quegli anni, qualifica il ruolo importante di Avviso Pubblico “Tutti possiamo essere parte della prevenzione, non solo chi indossa una divisa e una toga. Lavoriamo anche nella formazione per riconoscere i segni della criminalità sul territorio. Il Veneto non è terra di mafia ma certamente interessa alla mafia”

La scelta dell’impegno contro le mafie è qualcosa di fortemente rivendicata dall’amministrazione comunale “Crediamo fortemente nella sensibilizzazione su questi temi – spiega il vice sindaco Facincani – a tal punto che il nostro primo atto ufficiale è stato tornare come comune ad aderire ad Avviso Pubblico. Grazie a loro abbiamo ottenuto un finanziamento del Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori di 7.417,88 euro che utilizzeremo per iniziative di sensibilizzazione per i cittadini e gli alunni delle nostre scuole e la formazione per dipendenti e amministratori comunali. Crediamo nella costruzione di un percorso per creare coscienza e cultura su questi temi”. Soddisfazione anche per la sindaca Tedeschi ” è con grande emozione ed è un privilegio aver accolto a Povegliano Matilde Montinaro. Tengo molto al messaggio che é stato condiviso sull’impegno dei giovani e sullo sguardo verso il futuro. A Matilde ancora una volta esprimo gratitudine per la necessaria quanto preziosa opera di testimonianza che da anni porta avanti”.