La speranza era alta, i cittadini di Povegliano Veronese guardavano al futuro con fiducia mentre l’Amministrazione prometteva di prendere un biglietto del treno per Roma per portare a casa i fondi necessari per il tanto atteso progetto di ristrutturazione di Villa Balladoro e del museo archeologico. Ma ora, quella promessa sembra solo un lontano eco.

I consiglieri comunali Pietro Guadagnini, Francesca Mantovani, Daniele Marcazzan e Sara Bonizzato del Gruppo Tradizione e Futuro, hanno dovuto annunciare la triste notizia: il Ministero ha comunicato il definitivo taglio dei finanziamenti per il “Progetto Bellezz@“, gettando un’ombra oscura sul futuro culturale di Povegliano Veronese.

Dopo una campagna elettorale piena di promesse, in cui si era assicurato che l’ottenimento dei fondi sarebbe stata una formalità, la realtà si è rivelata ben diversa. Nonostante gli sforzi di due amministrazioni e l’intervento persino di parlamentari e un Ministro, il progetto è stato abbandonato, lasciando Villa Balladoro e il museo archeologico nel limbo.

“Per mesi e mesi abbiamo sentito il mantra ‘andremo a Roma e porteremo subito a casa i soldi’, ma oggi ci troviamo di fronte a un’amara delusione”, hanno dichiarato i consiglieri. “Amministrare non è solo una questione di immagine o filosofia, ma di concretezza e capacità di agire. Povegliano Veronese è un pacchetto vuoto, mentre altre comunità ricevono contributi e si sviluppano”.

Il disastro finanziario non è stato improvviso: i fondi sono scomparsi già dalla fine del 2022, ma nessuno ha preso provvedimenti concreti. Le oltre 150.000€ spese per la progettazione e la validazione sono andate perdute, insieme alle speranze della comunità. “Oggi non ci sono scuse che reggano”, hanno affermato i consiglieri. “I soldi sono stati persi e nessuno ha fatto nulla per evitarlo. Nessuno è mai salito su quel famoso treno per Roma”.

Ora, Povegliano Veronese deve affrontare una realtà amara: un progetto storico è stato abbandonato a causa dell’inazione e della mancanza di visione. La lezione è chiara: le promesse politiche possono suscitare entusiasmo, ma è l’azione concreta che conta davvero.