(di Gianluca Ruffino) Investire sui giovani e sulla loro crescita dentro e fuori dal campo. Parola di Bruno Bagnoli, istituzione della pallavolo veronese che ormai da cinque anni riveste la carica di Direttore tecnico del Settore giovanile di Verona Volley. Dopo una carriera da giocatore nelle serie minori, per qualche anno Bagnoli ha svolto il ruolo di giocatore-allenatore, prima di svolgere il ruolo di head-coach di squadre come Torino, Modena, Trento, Padova, Sora, Siena e Verona. A Verona ha conquistato due promozioni nella massima serie e una Coppa Italia di Serie A2 vincendo tutte le partite.

L’ex giocatore mantovano è stato uno dei protagonisti dello sviluppo di questo sport a livello giovanile che, complici i buoni risultati ottenuti nelle ultime stagioni dalla Prima squadra, ha visto sempre più ragazzi avvicinarsi alle palestre. Crescita che però non è andata di pari passo con quella degli investimenti statali, che non riservano ancora la giusta attenzione nei confronti di strutture e impianti necessari alla pratica dell’attività sportiva.

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Nella nostra intervista al Direttore tecnico abbiamo parlato della situazione della pallavolo nel territorio veronese e di quali sono i prospetti più interessanti della società scaligera.

Le parole di Bruno Bagnoli

Da qualche anno ormai ti occupi del settore giovanile. Quali stimoli ti dà lavorare con i giovani rispetto a quello di allenare la Prima squadra?

Dal mio punto di vista il gioco dei ragazzi rappresenta qualcosa di veramente molto bello da seguire. Adesso è abbastanza difficile poter interagire sul territorio perché ci sono difficoltà a livello logistico, come l’avere a che fare con tanti allenatori giovani che hanno moltissimi impegni e con cui, di conseguenza, risulta difficile confrontarsi quotidianamente o con riunioni collettive.

Però le soddisfazioni sono tante, a tre livelli essenzialmente: il primo è che la società mi dimostra la sua completa fiducia, lasciandomi grande autonomia; il secondo è che negli anni ho visto crescere parecchi allenatori che hanno raggiunto un livello alto migliorandosi stagione dopo stagione; la terza situazione interessante è infine quella della crescita dei singoli giocatori, un obiettivo che la società si pone non soltanto a livello fisico e tecnico-tattico ma soprattutto umano.

Siete molto attivi sul territorio: quali sono i prospetti più interessanti del panorama veronese?

La nostra società non guarda soltanto al risultato sportivo, ma lavora per garantire ad ogni giocatore la condizione migliore per la propria crescita individuale. Per fare alcuni esempi, abbiamo due ragazzi classe 2005 molto forti, Davide Signorini che gioca a Modena in serie B e Marco Valbusa che, nella stessa categoria, sta facendo molto bene al Dual Volley. Se li avessimo tenuti con noi la nostra squadra di serie C sarebbe stata indubbiamente più forte, ma noi pensiamo che sia più costruttivo guardare all’interesse dei singoli ragazzi.

Signorini a Modena come posto quattro è uno dei trascinatori della sua squadra. Valbusa si è integrato molto bene al Dual Volley, società che collabora con noi, mostrandosi come uno dei centrali più interessanti del campionato ed in prospettiva con la possibilità di aspirare a categorie superiori. Murilo è un 2004 che sta giocando molte partite in A3 con Mantova pur partendo dalla panchina. Ci sono poi Valentino Rigetti che ha una fisicità incredibile e Riccardo Della Ventura, 2008, che sta partecipando ai collegiali della Nazionale di categoria, con importanti doti atletiche e una capacità di apprendimento molto rapida.

Che impatto ha la pallavolo sulla provincia veronese e che importanza ricopre all’interno del movimento?

I numeri post COVID sono interessanti. C’è stata molta voglia da parte dei ragazzi di muoversi e la pallavolo ha un appeal indubbiamente molto interessante, specialmente a livello femminile. Anche noi abbiamo un paio di squadre femminili che, dopo il mini volley, fanno l’under 13 e l’under 14, però ci scontriamo regolarmente con problematiche di tipo infrastrutturale, nel senso che le palestre statali sono limitate ed assegnate alle Società delle varie circoscrizioni mentre gli impianti privati hanno dei costi veramente molto alti, difficilmente sostenibili per una società che vuole chiedere alle famiglie un contributo ragionevole.

Rana Verona volley, bene il test con Padova

Verona si è dimostrata molto attiva anche nel tessere relazioni e collaborazioni con alcune delle più promettenti Academy europee. Quali sono gli obiettivi dietro questo progetto?

Innanzitutto la possibilità di accrescere quella che è la nostra cultura e quelle che sono le nostre competenze. Dare la possibilità ai ragazzi di vedere dal punto di vista internazionale quelle che sono altre realtà, sia a livello proprio strutturale che dal punto di vista organizzativo, oltre che fornire a questi ragazzi la possibilità d’estate di andare a fare esperienze che possono completarli fisicamente, tecnicamente e a livello di formazione della persona. 

Gli ottimi risultati della nazionale nelle ultime competizioni hanno dimostrato l’enorme valore degli atleti azzurri, ad ulteriore dimostrazione di quanto sia importante investire sui ragazzi provenienti dal vivaio senza per forza andare a pescare in altri campionati.

Sicuramente il campionato italiano è il migliore al mondo da tantissimi anni e di conseguenza, giocando ad alto livello tutti i giorni, anche i nostri ragazzi hanno le migliori possibilità di crescita. Riguardo al discorso economico però sulle società sportive incidono altri fattori: gli aiuti statali sono assolutamente modesti, gli impianti sono parecchio costosi, le famiglie rispetto a qualche anno fa fanno più fatica a sostenere le spese per far giocare i propri figli.

Oltre a ciò dobbiamo confrontarci con una nuova riforma che ad oggi non ci dà garanzie per il futuro, non è ancora chiaro infatti quale potrà essere un rimborso equo per le Società che formano i ragazzi che, dalla prossima stagione sportiva, saranno liberi di svincolarsi a fine anno. Sarà importante capire quali saranno le decisioni future della federazione, affinché si possa tutelare il lavoro delle società sportive grandi e piccole a favore di questi giovani.

Nonostante il grande bacino di atleti tesserati con Rana Verona, quello che manca è una forte componente rosa. Tra gli obiettivi futuri della società c’è in programma un investimento sul settore femminile?

Noi collaboriamo con società molto importanti sul territorio, come Dual Volley e San Giovanni Lupatoto. Nella filiera maschile siamo leader del territorio, ma non possiamo dire altrettanto a livello femminile. Abbiamo un buon numero di atlete nel minivolley ma per poter proseguire con le categorie superiori siamo vincolati al fatto di riuscire a reperire delle palestre idonee per gli allenamenti e le partite oltre che chiaramente degli allenatori competenti.

Gli alti costi degli impianti privati rendono difficile potersi confrontare con realtà che sono già presenti sul territorio e che operano bene da tantissimi anni avendo tra l’altro le palestre all’interno delle loro circoscrizioni.

Quali sono i valori trasmessi ai ragazzi che si avvicinano a questo sport? Cosa dà la pallavolo ad un atleta a livello umano?

La pallavolo è la regina degli sport di squadra e, vista l’iniziale difficoltà di apprendimento, ci insegna che non dobbiamo pensare di pretendere tutto e subito. Servono massimo impegno, attenzione al compito e resilienza. Bisogna capire che non si possono ottenere i risultati in maniera individuale, ma soltanto giocando di squadra. A livello femminile siamo lo sport più praticato al mondo, nelle scuole e a livello di Società sportive, poiché nel tempo è la disciplina che dà più soddisfazioni in assoluto.